Nell’ultimo biennio il numero di pensionati in Friuli Venezia Giulia è lievemente aumentato, dopo una lunga fase di contrazione. Nel 2008, infatti, si contavano circa 383.000 beneficiari di trattamenti pensionistici in regione; il loro numero è diminuito di oltre 28.000 unità nel decennio successivo. All’inizio del 2024, infine, se ne contavano 356.175 (il 52% sono donne) contro i 354.515 di due anni prima (+1.660 unità, pari a +0,5%). Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Inps.
Si può notare, inoltre, che nel 2008 il numero dei pensionati ultrasettantenni era leggermente inferiore a quello degli under 70; attualmente sono, al contrario, quasi il doppio. Per comprendere tali dinamiche bisogna ricordare che il forte processo di invecchiamento della popolazione è stato bilanciato dagli interventi legislativi che hanno progressivamente innalzato l’età pensionabile. Nel periodo 2012-2016, a seguito della cosiddetta riforma Fornero, tale tendenza aveva subito una forte accelerazione. Solo in tempi più recenti sono state introdotte delle deroghe alla legge Fornero e alle riforme precedenti, che hanno introdotto delle possibilità di anticipare il pensionamento e per questo motivo si è registrata la lieve inversione di tendenza illustrata.
In regione ci sono quasi 70 pensionati ogni 100 occupati
Il numero di pensionati ogni 100 occupati è pari a 68,5 in Friuli Venezia Giulia, un dato in linea con la media nazionale (68,8), ma decisamente superiore a quella del Nordest (60,6), dove spicca il Trentino-Alto Adige con il quoziente più virtuoso, pari a 55,1. Nella nostra regione il valore più elevato si riscontra nella provincia di Gorizia con 73,3 pensionati ogni 100 occupati, il più contenuto in quella di Pordenone (64,5). Considerando solo la componente femminile tale rapporto è molto più elevato e pari in regione a 83,8 (contro il 57,9 degli uomini); in provincia di Gorizia raggiunge quasi la parità, in quanto ci sono 92,2 pensionate ogni 100 donne occupate. A livello nazionale tali valori sono pari rispettivamente a 57,9 per gli uomini e 83,8 per le donne.
Trieste seconda in Italia per redditi da pensione
Nel 2024 il reddito medio pensionistico (al lordo dell’imposizione fiscale) in Friuli Venezia Giulia risulta pari a 23.381 euro all’anno, contro una media nazionale di 21.382, un valore che pone la nostra regione al quarto posto dopo Lazio (23.799), Lombardia (23.758) e Liguria (23.400). Nelle ultime posizioni si trovano le regioni del Sud, in particolare Puglia, Sicilia, Basilicata, Campania e Calabria, tutte con importi medi inferiori a 19.000 euro. L’area giuliana, con un reddito medio da pensione di 25.872 euro è la prima a livello regionale e la seconda in Italia dopo Milano (26.348); a seguire si trova Gorizia (nona con 23.978 euro). Udine (30esima in Italia) e Pordenone (34esima) presentano i valori meno elevati del Friuli Venezia Giulia, in entrambi i casi al di sotto di 23.000 euro annui. Si tenga presente che i dati riportati sono calcolati come media di varie tipologie di trattamenti (di vecchiaia, di invalidità, ai superstiti, ecc.) e che una stessa persona può contare anche su più pensioni. In Friuli Venezia Giulia, sempre all’inizio di quest’anno, il numero totale di pensioni era pari a oltre 506.000, per una media di 1,4 trattamenti pro capite.
Il divario di genere
I redditi da pensione delle donne si confermano nettamente inferiori rispetto a quelli degli uomini, in media del 28,5% (quasi 8.000 euro in meno in regione: 19.600 contro 27.500); tale dato rispecchia la minore e più discontinua partecipazione femminile al mercato del lavoro. Le donne sono infatti più frequentemente titolari di pensioni sociali o, in virtù della maggiore longevità, di quelle di reversibilità, caratterizzate da importi decisamente minori. Sul dato incidono inoltre i notevoli differenziali salariali e la maggiore diffusione del part time tra le donne. Infine, si può osservare che in Friuli Venezia Giulia ci sono 76.225 pensionati, pari al 21,4%, che dispongono di un reddito mensile lordo inferiore a 1.000 euro (calcolato come ammontare annuale percepito diviso 12 mensilità), il 14,3% supera all’opposto i 3.000 euro; per quanto concerne la componente femminile tali percentuali sono rispettivamente pari al 28,8% e al 7,9%, a riprova del notevole differenziale di genere esistente.
La fonte dei dati
La fonte dei dati illustrati è il Casellario centrale dei pensionati dell’Inps, l’archivio amministrativo nel quale sono raccolti i dati sulle prestazioni pensionistiche erogate da tutti gli enti previdenziali italiani, sia pubblici sia privati. I dati sono aggiornati al 1° gennaio di ogni anno considerato.