Nei giorni scorsi, la Polizia stradale ha fatto sapere che i primi dati rilevati in Friuli-Venezia Giulia dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada, avvenuta a metà dicembre, «registrano un calo tendenziale dell’incidentalità e delle vittime». «Le nuove norme, che riguardano soprattutto la parte sanzionatoria, oltre che l’intensificazione dei controlli, sono e saranno sicuramente un deterrente nei confronti di quei comportamenti che causano incidenti. Tuttavia è importante ricordare che le norme non vanno rispettate solo per la gravosità della sanzione, ma perché dietro di esse ci sono leggi che prescindono dai codici e che sono le leggi della fisica, della cinematica, della fisiologia. Basterebbe ricordarle per capire l’importanza di un corretto comportamento quando si è al volante». Così Carlo Piraneo, formatore dell’Automobile Club di Udine che venerdì 7 febbraio, nella biblioteca comunale di Buja, alle ore 17.30, sarà ospite dell’Ute di Buja in un incontro dal titolo “La consapevolezza del rischio, miglior strumento di sicurezza stradale”. Assieme a lui, interverrà anche Giorgio Cervesato, presidente di “Be a Bike Friend”, amico dei ciclisti, che ha ideato un progetto riuscendo a installare, in vari comuni della Provincia, dei cartelli che invitano a mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro e mezzo durante il sorpasso, una distanza che proprio nel nuovo Codice è stata specificata come obbligatoria. «Obiettivo della conferenza – spiega Gloria Aita, presidente dell’Ute – è indurre la riflessione su condotte pericolose che si assumono quotidianamente, sia per abitudine che per sottovalutazione del rischio».
«Spesso l’automobilista – prosegue Piraneo, che ha alle spalle 36 anni di servizio nella Polizia Stradale, anche a capo dell’Ufficio incidenti – se viola una norma senza venire controllato si rallegra perché ha scampato la sanzione. Non considera però che ha violato anche delle leggi che non sono quelle del codice, ma, appunto, quelle della fisica, le quali rendono pericolosissimi certi comportamenti».
3 secondi al cellulare, 42 metri persi
Gli esempi sono tanti. Uno riguarda l’uso del telefono cellulare. È causa di distrazione, tanto che la nuova norma del codice della strada ha inasprito la sanzione: multa da 165 e 660 euro, a seconda della gravità dell’infrazione e fino a 1.320 euro in caso l’infrazione venga rilevata due volte in due anni; sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi se si viene fermati per questo motivo due volte nello stesso anno. Ma l’uso del cellulare è da evitare non solo per l’inasprimento della sanzione, ma per la sua intrinseca pericolosità. «Dal momento che a 50 chilometri orari in un secondo si percorrono 13,3 metri – afferma Piraneo – distogliere lo sguardo dalla strada per guardare il cellulare anche solo per 3 secondi significa che per 42 metri la nostra auto viaggia senza nessuno alla guida, per cui un ostacolo improvviso, ad esempio un bambino che attraversa la strada, verrà travolto».
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