I dati dell’Osservatorio Antimafia del Friuli-Venezia Giulia
Sessanta beni confiscati alle mafie in Friuli Venezia Giulia, di cui una quarantina già destinati al riutilizzo, e tre le aziende da far ripartire. Sono i numeri illustrati oggi dall’Osservatorio Antimafia del Fvg e commentati da remoto da Bruno Corda, direttore dell’Agenzia italiana per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati, in occasione di un incontro organizzato a Udine dall’Osservatorio nella sede regionale di via Prefettura e moderato dal presidente Michele Penta. “Da sempre – ha affermato Corda – le mafie operano al di fuori dalle regole e vogliono mostrarsi più efficienti dello Stato. E allora noi dobbiamo dimostrare di avere la forza di gestire questi beni rispettando tutte le leggi. Perché confiscare e riutilizzare un bene significa dare scacco alle bande criminali”. All’incontro è intervenuto Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, in quanto l’Osservatorio antimafia è uno degli organismi di garanzia dell’assemblea legislativa del Fvg: “Trasformare in occasione di sviluppo sociale qualcosa che era frutto di attività illecite – ha detto – è una specie di rivoluzione simbolica. Dobbiamo impegnarci per far diventare gli immobili sequestrati in Fvg una opportunità per le nostre comunità. E nessuna regione può considerarsi estranea al pericolo delle infiltrazioni criminali”. “Per elaborare progetti e intercettare i finanziamenti necessari per riutilizzare il bene confiscato – ha suggerito Corda – proprio le Regioni potrebbero giocare un ruolo importante”. A questo proposito, al termine dell’incontro è stata lanciata l’idea, accolta con favore da Corda, di creare una struttura di supporto tecnico a livello regionale per aiutare i Comuni, fornendo consigli utili in vista del riuso dei beni confiscati.