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Cronaca

Cadute dall’alto. «Nei cantieri più controlli e formazione»

La denuncia dei sindacati delle costruzioni in seguito ai numerosi casi delle ultime settimane 

In seguito alle numerose cadute dall’alto verificatesi in Friuli Venezia Giulia nelle ultime settimane, che hanno causato la morte di tre persone, i sindacati delle costruzioni del Friuli-Venezia Giulia si trovano a denunciare nuovamente la mancata applicazione delle più elementari norme relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

I recenti eventi atmosferici hanno pesantemente segnato il territorio regionale, causando ingenti danni al patrimonio immobiliare. Ciò comporta la necessità di numerosi interventi sulle proprietà danneggiate con conseguente intensificazione delle richieste di ristrutturazione delle coperture. Non a caso nell’arco di pochi giorni si sono verificate almeno una decina di cadute dall’alto delle quali due di carattere mortale, che si aggiungono al tragico evento capitato alla Fantoni di Osoppo lo scorso 7 giugno.

«Quanto viviamo oggi presentaun carattere di eccezionalità rispetto ad una situazione già di per sé drammatica – scrivono Massimo Marega (Fillea-Cgil), Gianni Pasian (Filca-Cisl) e Claudio Stacul (Feneal-Uil in una nota congiunta – e confermata dai dati nazionali dell’Inail, dai quali emerge come nel comparto delle costruzioni almeno il 60% delle morti è ancora causato da cadute dall’alto. Come organizzazioni sindacali ribadiamo l’importanza della formazione professionale continua di tutti gli addetti e del corretto uso degli strumenti di protezione individuale al fine di evitare queste tragiche situazioni. Si presenta quindi la necessità di incrementare tutti i processi di formazione e prevenzione delle maestranze adibite a svolgere lavori in altezza e non solo, sapendo che il comparto edile è l’unico ad avere attivato da decenni un ente bilaterale specifico, preposto a formare e professionalizzare tutti i lavoratori sul tema della sicurezza».

«La non consapevolezza del rischio e l’eccesso di confidenza con fasi lavorative critiche sono fattori deleteri per la sicurezza dei lavoratori – concludono Marega, Pasian e Stacul –. Raccomandiamo il divieto di interventi eseguiti da chi non possiede competenze adeguate e chiediamo agli organi competenti e alle imprese di vigilare per aiutarci a limitare il più possibile gli infortuni nei cantieri, perché per cambiare materialmente le condizioni di lavoro delle persone e garantire la loro sicurezza c’è bisogno di interventi in materia di prevenzione da predisporre il giorno prima e non dopo gli avvenimenti tragici che ancora troppo spesso funestano il nostro settore».

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