Il punto del sindacato in regione sulle crisi aziendali. «Situazioni che preoccupano»
“Sul Electrolux e Wartsila è importante l’intervento del governo come prospettiva per il futuro di questi stabilimenti, dato che la situazione è preoccupante”. Lo ha detto il segretario regionale con delega all’industria della Csl Fvg, Cristiano Pizzo, soffermandosi su due crisi aziendali della regione in un incontro in cui il sindacato ha fatto il punto sulla occupazione del comparto industriale in Fvg. Per Electrolux, ha evidenziato Pizzo, “la situazione è preoccupante, perché nel 2014 ci era stato detto che l’azienda si teneva in piedi con almeno 750mila lavatrici prodotte, mentre siamo molto lontani oggi con una previsione intorno a 650mila”. “Se poi pensiamo che fino a qualche giorno fare c’era in pista una grande multinazionale cinese che diceva di essere interessata all’acquisto, ed Electrolux smentiva – ha proseguito – si vede che c’è un grosso problema di relazioni sindacali e dunque abbiamo bisogno di capire qual è il livello di confronto con questa multinazionale”. “Positivo che nei prossimi giorni il governo si sia reso disponibile al confronto, e per altro è coinvolto anche il ministro Cirani che è di Pordenone e conosce bene la realtà, quindi – ha aggiunto Pizzo – confidiamo che questa vertenza possa imboccare una strada più serena di quella attuale”.
Su Wartsila, ha annotato Pizzo, “siamo altrettanto preoccupati: un’azienda sana, che non aveva indicatori industriali negativi, la cui situazione è semplicemente frutto di una scelta di convenienza da parte della multinazionale finlandese, e anche qui urge un intervento del governo”.
La fotografia del territorio regionale
La situazione occupazionale nell’industria Fvg è a prima vista “gestibile”, con un tasso di occupazione molto alto, pur con notevoli differenze tra uomini e donne e un settore metalmeccanico in difficoltà, ma è “preoccupante” in prospettiva, essendo a rischio la competitività del sistema industriale regionale. E’ la fotografia del settore scattata oggi dall’Osservatorio industria della Cisl Fvg, illustrata oggi a Udine dal segretario generale Cisl Fvg Alberto Monticco e dal segretario regionale Pizzo. Monitorando 61 aziende della regione in cui il sindacato è presente, è emerso che le aziende in difficoltà sono stabili rispetto alla precedente rilevazione (gennaio 2023), ma è aumentato sensibilmente il numero dei lavoratori coinvolti, passati da 8.287 a 11.788, sugli 11.897 complessivi delle imprese mappate. In difficoltà in prevalenza le aziende legate al comparto metalmeccanico (28), seguite dalle imprese del legno (11) e dai cartai (5). A soffrire sono soprattutto il Pordenonese con oltre 4.800 lavoratori colpiti e la zona di Trieste e Gorizia, che con oltre 2.700 lavoratori. Quanto alla tipologia di crisi, incidono soprattutto la crisi di settore (28) e la mancanza di ordinativi (22), mentre soltanto 2 aziende soffrono per i costi energetici, a fronte delle 8 di gennaio 2023. La cigo risulta essere lo strumento più attivato (42), seguito dalla solidarietà, che raddoppia rispetto a gennaio, portandosi a 15. “Alla luce di questi dati – hanno detto Monticco e Pizzo – alla Regione e alle rappresentanze dei datori di lavori chiediamo un’alleanza per definire insieme qual è l’industria che vogliamo nei prossimi dieci anni”. Lanciando un messaggio di “protagonismo sindacale”, Cisl Fvg ha richiamato l’attenzione su quattro sfide urgenti: transizione demografca, infrastrutture, energia, partecipazione dei lavoratori. Tra le proposte del sindacato, ha sottolineato Pizzo, “sviluppare sinergie tra scuola e mondo del lavoro, rendere attrattiva la regione con le Zone logistiche semplificate, sviluppare le infrastrutture al servizio del sistema industriale”.