+43% dal 2020. Dati Confindustria
Le imprese in rete sono aumentate in Friuli-Venezia Giulia del 43% dal 2020 al 2023 e la regione è prima in Italia per vocazione “retista”. A quattordici anni dalla sua introduzione, il contratto di rete ha superato la recente doppia crisi, Covid 19 e guerra in Ucraina, continuando a crescere e a diffondersi. E’ quanto emerge dalle elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Infocamere, presentate oggi dall’associazione degli industriali friulani. Nel dettaglio, a marzo 2023 in Fvg erano 2.346 le imprese coinvolte in 514 contratti di rete. Tra le due tipologie di rete esistenti, la rete-contratto con autonoma soggettività giuridica continua ad essere la più diffusa, l’88% del totale (reti-soggetto con soggettività giuridica il 12%).
Dal punto di vista della vocazione retista delle regioni, il primato spetta anche nel 2022 al Fvg, dove il rapporto tra imprese in rete e sistema imprenditoriale locale è di 235 imprese ogni 10.000 registrate (204 nel 2020). Un dato che supera non di poco il Lazio (166 imprese), in seconda posizione.
“La costituzione di una rete d’impresa – commenta Anna Mareschi Danieli, vicepresidente di Confindustria Udine – consente di aumentare la crescita dimensionale preservando l’autonomia e aumentando le capacità innovative. La collaborazione tra imprese che appartengono ad una rete rappresenta quindi un fattore fondamentale per garantire maggiore competitività sui mercati nazionale e internazionale, incrementando il potere negoziale dei contraenti”.
“Nella direzione di un’ottimizzazione delle risorse, nonché di un rafforzamento organizzativo – sottolinea Mareschi Danieli – va anche l’introduzione dell’istituto della codatorialità, nuovo strumento lavoristico operativo da poco più di un anno. La codatorialità, infatti, mette a disposizione delle imprese in rete la possibilità di assumere insieme personale qualificato, dotato delle competenze tecniche e manageriali necessarie ad affrontare le sfide della transizione verde e digitale”.