Si comincia sabato 1 ottobre. Chiusura l’8 ottobre con l’ultimo film muto di Hitchcock
Nel 2007 la rivista Variety le ha inserite fra i 50 festival cinematografici più significativi al mondo: sono “Le Giornate del Cinema Muto” di Pordenone, al via domani al Teatro Verdi e in programma fino a sabato 8 ottobre. The Unknown è l’evento di apertura, reso ancora più speciale dalla nuova partitura orchestrale di José María Serralde Ruiz, commissionata per l’occasione dalle Giornate ed eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone. “Strepitosa è l’inattesa scoperta dei minuti mancanti, quasi un quarto d’ora, del capolavoro di Tod Browning The Unknown -dichiara il direttore artistico Jay Weissberg – ritrovato al Národni filmovì archiv di Praga e restaurato dal George Eastman Museum di Rochester”. In calendario anche la retrospettiva dedicata alla Ruritania, nome di fantasia per indicare quei film di vario genere ambientati in un regno immaginario localizzato genericamente nei Balcani, che traggono origine dal filone letterario del romanzo di Anthony Hope del 1894, Il prigioniero di Zenda, il quale conobbe grande successo anche al cinema sin dagli inizi del secolo scorso e i cui echi sono durati a lungo, basti pensare a Vacanze romane con Audrey Hepburn e Gregory Peck. L’altra retrospettiva è su Norma Talmadge, un caso pressoché unico nella storia del cinema: attrice popolarissima negli Anni Venti al punto che, secondo gli esercenti, era tra le quattro star capaci di riempire le sale (le altre erano Chaplin, Pickford e Fairbanks), ma con la fine del muto su di lei calò l’oblio. Chiuderà il festival, sabato 8 ottobre, Alfred Hitchcock, con l’ultimo film del suo periodo muto The Manxman (L’isola del peccato, del 1929), a lungo sottovalutato anche dallo stesso regista: nella celebre intervista a Truffaut lo giudicò mediocre e privo di umorismo. La nuova partitura è di Stephen Horne e sarà eseguita dall’Orchestra San Marco di Pordenone, arricchita per l’occasione di alcuni musicisti specializzati in musica celtica sotto la direzione di Ben Palmer.