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Cronaca

Mattarella al Bearzi: “Morte di Lorenzo ferita profonda che interroga la comunità. Mai più morti assurde sul lavoro”

L’intervento del presidente della Repubblica Mattarella in visita al Bearzi

“Sono qui anzitutto per esprimere la mia vicinanza e la mia partecipazione all’immenso, insanabile dolore dei genitori, della sorella, dei suoi amici e compagni. È una ferita profonda che interroga l’intera comunità, a cominciare da quella scolastica di cui era parte, dai ragazzi e gli insegnanti del suo corso di formazione professionale”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, oggi in visita all’istituto salesiano Bearzi di Udine, ricordando Lorenzo Parelli, morto in uno stage durante un’esperienza duale scuola-lavoro. “La natura del percorso formativo” di Lorenzo Parelli “lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto ciò che non può accadere, ciò che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l’accompagna è qui a interrogarci affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro”

“La sicurezza nei luoghi di lavoro – ha proseguito il presidente della Repubblica – è un diritto, una necessità, assicurarla un dovere inderogabile. Questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale”. “Anticipiamo la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale o astratta ma di un’occasione di richiamo e riflessione”.

“Quando si parla di diritto al lavoro – ha affermato Mattarella – di diritti del lavoro, di diritti sui posti di lavoro spesso non sono i giovani al centro delle preoccupazioni. È un atteggiamento sbagliato”. “Il valore del lavoro per voi giovani, e per chiunque, non può essere associato al rischio, alla dimensione della morte. La sicurezza sul lavoro si trova alle fondamenta della sicurezza sociale, cioè del valore fondante di una società contemporanea”.

Il presidente prima del suo intervento ha visitato i laboratori del Bearzi. “Complimenti, è tutto molto complesso, occorre dimestichezza e padronanza”. Così si è espresso il Presidente Sergio Mattarella con i ragazzi che gli mostravano nelle varie officine, il tipo di lavoro che studiavano, tra fresatrici, torni, autoveicoli dai cofani aperti. Il Capo dello Stato ha raggiunto il centro professionale salutato festosamente da decine e decine di bambini in grembiulino bianco che sventolavano tricolori e intonavano canzoni. Poi si è trattenuto con gli studenti che gli hanno illustrato i singoli reparti e il funzionamento di vari tipi di macchine professionali. Un giovane ha messo in funzione una apparecchiatura che ha intagliato una lamina di metallo in modo da formare un volto e sotto una scritta, e l’ha donata al Presidente, che ha commentato “è perfetta”. Il Capo dello Stato si è poi fermato per qualche istante anche con un ragazzo che era compagno di Lorenzo. Successivamente l’incontro con i genitori di Lorenzo, Dino e Maria Elena.

Ad aprire gli interventi è stato il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, il quale ha affermato che “i nostri ragazzi non possono essere mandati a morire sul lavoro soprattutto se ciò avviene in quel contesto che è la scuola”. “Non si tratta di gettare via, magari sull’onda dell’emozione, un percorso, che rappresenta un’importante occasione di crescita professionale, ma di fare in modo che questi percorsi possano avvenire nella massima sicurezza”.

Il presidente della Regione Fedriga, ha rinnovato il cordoglio alla famiglia. “Siamo consapevoli – ha proseguito – di essere davanti a una tragedia incolmabile, la presenza oggi del Capo dello Stato è un monito affinché questo impegno non venga mai meno, grazie presidente per richiamarci a questa responsabilità, che deve essere di tutti, soltanto insieme possiamo dare risposte”. “Dobbiamo rafforzare la formazione – ha aggiunto – e quindi la prevenzione. Solo la competenza e la consapevolezza possono tutelare chi, come Lorenzo, non stava lavorando, ma si stava formando. Forse in questo episodio è mancata la centralità dello studente, dunque la prima cosa è riportare le persone al centro dei percorsi formativi”.

“La sua visita – ha affermato poi nel suo intervento, il direttore del Bearzi, don Lorenzo Teston – è un gesto che riempie il cuore di speranza a studenti, docenti, famiglie di questo istituto, qui siamo stati toccati profondamente dalla tragedia di Lorenzo. Vogliamo ora dirle che cosa stiamo facendo per la formazione in questa opera educativa e pastorale che si muove sulle orme di don Bosco”. “Attenzione ai giovani più in difficoltà è un carattere specifico di oratorio, parrocchia e centro universitario – ha osservato – la scuola e il Cfp mirano alla formazione integrale di bambini, ragazzi, giovani. Offriamo molteplici proposte, anche attività di stage per un contatto diretto con il mondo del lavoro. svolgiamo un servizio di pubblico interesse con lo stile educativo di san Giovanni Bosco, che l’8 febbraio 1852, stipulò il primo contratto di apprendistato. Ha contribuito a far crescere un sentimento unico di passione sociale che unifica il popolo italiano che lei rappresenta. Spirito di fratellanza, coesione, cerchiamo sempre di svilupparlo, evviva don Bosco, evviva l’Italia”, ha concluso.

E’ stato il coordinatore del Centro professionale del Bearzi, Giulio Armano, ad illustrare a Mattarella i percorsi formativi di studio del Cfp, compreso il percorso duale che Lorenzo frequentava, evidenziandone l’importanza nell’avviare i giovani al lavoro, e aggiungendo che “ci impegneremo con la Regione per accrescere l’attenzione nell’ambito della sicurezza per evitare che una tragedia come quella di Lorenzo si possa ripetere”.

La personalità di Lorenzo è stata ricordata da un suo compagno di classe al quarto anno del Cfp, Matteo Lorenzon, 17 anni di Basiliano. Ne ha descritto la passione per il percorso scelto: Non era “mai svogliato, sempre pronto a darti una mano. Al rientro dagli stage in azienda ci raccontava con entusiasmo dei lavori che faceva. Ci diceva che gli piaceva più stare in azienda che a scuola. Dal cielo continua a starci vicino”, ha concluso il ragazzo rivolgendosi poi a Mattarella: “Grazie presidente, perché come don Bosco porta sempre nel cuore noi giovani”.

“Questa visita del presidente della Repubblica ha un alto significato sia per l’aspetto umano di vicinanza a una tragedia pesantissima per la famiglia, per il Bearzi che è stato colpito, per tutto il territorio e la comunità di Castions di Strada, sia anche un segno di sostegno alle realtà educative di cui i salesiani e il Bearzi sono rappresentanti di altissima qualità”, ha affermato a margine dell’incontro l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato. “Al di là di ogni polemica che si era mossa anche fuori luogo – ha continuato il presule – secondo me questa visita è un segno di attenzione allo sforzo educativo che si fa qui e in altri istituti”. L’arcivescovo, commentando l’incontro di Mattarella con i genitori di Lorenzo, ha detto: “Non li ho mai incontrati, questa mattina sarà l’occasione, ma da quanto ho potuto apprendere, hanno reagito con molta fede, la fede li ha sostenuti mantenendo una serenità nel dolore, e questa è la forza della fede”.

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