Ciriani: «Nord Italia penalizzato a favore di aree geografiche svantaggiate da decenni»
«Non è giusto essere penalizzati sempre e soltanto a favore di aree geografiche dichiaratamente svantaggiate da decenni e, in molti casi, con difficoltà anche dal punto di vista della legalità. Chiediamo un trattamento più equo nella distribuzione dei fondi, o il gap territoriale non verrà mai colmato, spaccando in zone il nostro Paese ed impedendo un efficientamento organico e un miglioramento futuro uniforme». Anche la voce del sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani (foto), si unisce al coro di quanti –tanti nel nord Italia, in primis il sindaco di Treviso Mario Conte, presidente Anci Veneto – lamentano che le città di cui sono a capo sono state ingiustamente escluse dal bando nazionale di finanziamento per la rigenerazione urbana nel Pnrr del Governo. Un’eco di protesta dilagante che non può rimanere inascoltata e il cui malcontento è stato presentato dal sindaco Ciriani al presidente Anci Fvg, Dorino Favot: «Il Friuli-Venezia Giulia è il fanalino di coda di questa graduatoria di assegnazione fondi. Una classifica inversamente proporzionale a quella che vede le nostre città e la nostra regione in vetta per qualità della vita e scelte strategiche operate in questi ultimi anni per il bene della popolazione. Uno smacco troppo grande, su cui non posso sorvolare. Anci regionale si è attivata affinché il Governo finanzi tutti i progetti ammessi e ridefinisca i parametri assicurando la parità di condizioni e non una “borbonizzazione” a svantaggio di città e comunità che nel nord si distinguono per un corretto stile di vita, una corretta ridistribuzione delle risorse e un’amministrazione lungimirante che trasforma lo sforzo dei contribuenti in servizi, progetti e qualità di vita in cima alle classifiche nazionali». Una sola opera finanziata in regione: 1,6 milioni di euro per Monfalcone. «Non ce l’ho col Mezzogiorno, ci mancherebbe, ma pretendo che la mia comunità sia valorizzata al pari di quella di Napoli, Catania o Taranto. È una questione di dignità e orgoglio. Anche se il motto friulano è il famoso “fasìn di bessôi”, questo non deve diventare un alibi del Governo per penalizzare i nostri territori». Per questo motivo il sindaco di Pordenone si aspetta che la richiesta avanzata al Governo, ovvero di stanziare i finanziamenti mancanti per i progetti del Friuli-Venezia Giulia già ammessi e subito cantierabili, venga accolta e si proceda: «Mi auguro sia l’ultima volta che il Governo applica questi requisiti ghettizzanti al Pnrr, perché non vengano fatti figli e figliastri all’inverso, ma si garantisca leale competizione costruttiva e pari opportunità ed equità». Pordenone, come molti altri comuni del Settentrione, è stata penalizzata da due fattori che stanno alla base dell’attribuzione dei fondi, prosegue Ciriani: la riserva de iure di assegnazione del 40% dei fondi ai Comuni del centro sud e il parametro di valutazione del cosiddetto IVSM (indice di Vulnerabilità Sociale e Materiale), che tiene conto di indicatori come la percentuale di popolazione analfabeta e senza titolo di studio, l’incidenza di giovani inattivi tra i 15 e i 29 anni, i nuclei familiari con potenziale disagio economico e assistenziale, sfavorendo de facto comuni virtuosi come Pordenone. «Se “la legge è uguale per tutti” e tutti la devono rispettare –continua il sindaco Ciriani-, che lo siano anche i requisiti, le valutazioni e i campi di applicazione dei bandi nazionali, affinché vengano rispettati criteri distributivi e non si creino bolle di favoreggiamento locale. Il Pnrr deve essere un’opportunità per dare risorse per lo sviluppo anche di aree virtuose e competitive, proprio per far fruttare i fondi; diversamente, diventa un Piano Marshall per il Sud, con regole che non garantiscono la parità di competizione sulla qualità e potenzialità dei progetti». L’attenzione alla rigenerazione urbana allo sviluppo complessivo della città nel rispetto dei parametri deve premiare la progettualità e la realizzazione di città del futuro che siano vivibili, efficienti, green, e non penalizzare le pratiche virtuose applicate dalle amministrazioni del nord Italia.
«I criteri applicati –interviene l’assessore comunale alla Rigenerazione Urbana, Cristina Amirante- non hanno valutato la qualità dei progetti, ma hanno favorito una particolare zona geografica d’Italia. La bontà dei progetti e la rispondenza ai criteri di rigenerazione urbana, come la riattivazione di parti di territorio con nuove funzioni affinché la popolazione le frequenti e le viva in modo nuovo, non sono state oggetto di valutazione. Sono stati ritenuti meritevoli di finanziamento ma esclusi dalla finanziabilità progetti come il “Polo Young” di Pordenone: un’area oggetto di riqualificazione e riconversione, compresa tra via San Quirino, passando per l’ex Fiera, via Matteotti, piazzale Maestri del Lavoro e piazza del Popolo, con in previsione 4 nuovi edifici, 2 parcheggi (uno di superfice e un multipiano), 2 nuove piazze, 1 nuova area verde e 1 nuova ciclabile, il doppio degli spazi sportivi e per il tempo libero. Un investimento totale di oltre 24 milioni di euro, di cui ammessi a finanziamento 20 milioni».