La Guardia di finanza di Udine intensifica i controlli: l’aumento dei prezzi dei carburanti rende ancor più redditizi i traffici di prodotti petroliferi e l’evasione di accise e Iva
Un sequestro di oltre 28.000 litri di gasolio introdotto fraudolentemente in Italia dal confine di Tarvisio, proveniente dall’Austria, e scortato da documenti di accompagnamento non veritieri, che lo identificavano come “olio anticorrosivo”. È l’ultimo risultato dell’attività del Comando provinciale Guardia di Finanza di Udine a contrasto delle frodi nel settore dei carburanti, che si collega direttamente ad altri interventi effettuati a fine settembre. Il carico illecito è stato intercettato nell’area di servizio di Gonars Nord dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Udine. Nell’occasione è stato sequestrato un autoarticolato (motrice e rimorchio telonato), nonché gli smartphone degli autisti. Le due persone alla guida, denunciate per le violazioni al Testo Unico delle Accise, oltre a non esibire la documentazione relativa al trasporto di merci pericolose, non avevano nemmeno assolto a tutti gli adempimenti riferibili al “falso” carico. Già dallo scorso anno, infatti, anche gli oli lubrificanti, i solventi e gli altri prodotti (tra cui, appunto, gli oli anticorrosivi) devono essere accompagnati dal Codice Amministrativo di Riscontro (CAR), che permette il tracciamento delle spedizioni, a contrasto delle frodi nel settore.
L’impegno profuso dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Udine ha permesso, negli ultimi mesi, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Udine, di sequestrare oltre 180.000 litri di gasolio e di benzina, 16 autoarticolati e svariati smartphone, usati dagli autisti sia come navigatori satellitari, sia per ricevere le comunicazioni sui reali luoghi di scarico della merce, che non coincidono quasi mai con i destinatari “di fantasia” riportati nei documenti di trasporto. Inoltre, sono state denunciate 13 persone per violazione degli articoli 40 e 49 del Testo Unico delle Accise, che comportano l’arresto fino a 5 anni e la multa fino a 10 volte l’accisa evasa, quindi fino a € 7.284 ogni 1.000 litri di benzina ed € 6.174 ogni 1.000 litri di gasolio.
Al di là dell’evasione delle imposte, che incide in maniera determinante sul prezzo finale del prodotto e che consente un enorme guadagno da parte dei soggetti che gestiscono tali traffici, l’attività ha anche reso possibile impedire la prosecuzione del viaggio da parte di un autoarticolato non sicuro per la circolazione, con un carico costituito da 28 cisterne in plastica da 1.000 litri ciascuna, contenenti gasolio. A tal fine, a supporto delle Fiamme Gialle, sono intervenuti gli agenti della Sezione Polizia Stradale di Udine, i quali hanno provveduto all’accertamento e contestazione delle connesse violazioni alla circolazione stradale, secondo una consolidata prassi di collaborazione tra le due forze di polizia.
È stato disposto il fermo amministrativo del mezzo – segnala la Guardia di Finanza – e sono state contestate violazioni per complessivi 9 mila euro in relazione al trasporto di merci pericolose, essendo emersa l’assenza dei pannelli di colore arancione indispensabili per chi interviene in caso di incidente (consentendo di individuare la merce pericolosa trasportata e le conseguenti misure da adottare) e la mancanza dei dispositivi di sicurezza imposti dal particolare tipo di trasporto tra cui, ad esempio, estintori, lampade di segnalazione, cunei, coni, dispositivi di protezione per il conducente e scheda di sicurezza, nonché di alcuni documenti da parte degli autisti quali la patente, il certificato di qualificazione professionale e il certificato di formazione ADR. Inoltre, con riferimento alle norme che regolano il trasporto internazionale delle merci, la documentazione che scortava il carico (CMR) è risultata irregolare, per cui sono state applicate le connesse sanzioni amministrative.