Così il vicepresidente della Regione, Riccardi. In Fvg l’adesione alla campagna vaccinale nel complesso supera di poco il 60%. 1.350 i sanitari ancora non vaccinati
“La vaccinazione non è un obbligo in questo Paese, è una raccomandazione a chi ne ha titolo e la può fare”. Così il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, a chi gli chiedeva, a margine di un incontro a Trieste, se fosse necessario introdurre l’obbligo vaccinale per gli studenti in vista del rientro in classe. “C’è una discussione abbastanza avanzata sui vaccini a scuola da parte delle Regioni – ha affermato – ieri la commissione Salute ha discusso molto di questa vicenda, c’è anche l’opinione di qualcuno che sostiene che bisognerebbe fare la stessa norma che si applica al personale sanitario per il personale scolastico. La scuola è un altro luogo importante, però non è quel punto in cui c’è un contagio più alto. La scuola è un luogo sicuro, ma c’è un prima e dopo le lezioni. E’ un tema di cui si sta discutendo, una misura di questo genere in Fvg non avrebbe l’impatto che avrebbe in altre regioni, perché il personale scolastico si è vaccinato quasi tutto. Il tema sono i ragazzi, perché sulle nuova generazioni vediamo come la vaccinazione sia un po’ indietro e anche lì c’è un lavoro importante da fare”. In Fvg, ha concluso, l’adesione alla campagna vaccinale nel complesso supera di poco il 60%. “Abbiamo un problema di adesione, che riguarda tutti. Tra i 60 e gli 80 anni dobbiamo fare dei passi avanti, poi ci sono le nuove generazioni che scontano l’essere partite dopo. Inoltre stiamo scontando il periodo: quando vedi che contagio non è cosi esagerato, pensi di averla scampata e che non serve la vaccinazione”.
“A ieri sera – ha proseguito Riccardi – circa 1.350 operatori sanitari delle tre aziende del Friuli Venezia Giulia risultavano ancora non vaccinati. C’è una non adesione importante da parte loro, anche se stiamo vedendo dei segnali positivi: i numeri si stanno riducendo, ad aprile infatti erano 5.000”. “In questa regione – ha aggiunto – siamo in testa alle classifiche per la vaccinazione del personale scolastico, mentre siamo nelle code per quello sanitario. Se non partiamo dal presupposto che il vaccino è una delle soluzioni soprattutto per assistere la salute delle altre persone significa che quelle persone non hanno fatto la scelta professionale giusta, al netto delle condizioni di salute delle persone che non consentono vaccinazione”. E ora l’applicazione della norma, che prevede anche la loro sospensione, “è un problema, perché impatta sull’organizzazione del sistema sanitario”. In regione sono già partite le prime lettere di sospensione a operatori sanitari di Pordenone e Udine; per quanto riguarda Trieste e Gorizia, il direttore generale dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, Antonio Poggiana, ha annunciato che “partiranno la prossima settimana”. Al momento, ha spiegato, sono 361 i dipendenti di Asugi non vaccinati su un totale di circa 6.300: 25 medici, 176 infermieri, ostetriche, assistenti sanitari, 88 Oss, 65 tecnici. “Abbiamo mappato eventuali posti ricollocabili, che sono assolutamente marginali, qualche unità. Sto attendendo dal Dipartimento di prevenzione la comunicazione dei nominativi delle persone non vaccinate, che verranno segnalati agli ordini. Noi invece procederemo alla sospensione dal servizio”.