Nella Settimana Santa permesse le confessioni con assoluzione generale
In una comunicazione inviata al clero diocesano, l’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato comunica due importanti disposizioni: la Messa crismale viene nuovamente posticipata rispetto alla tradizionale collocazione del Giovedì santo. Inoltre sono possibili le confessioni nella “terza forma”.
Messa crismale rinviata alla vigilia della Pentecoste
La Messa crismale, in cui si ricorda il sacerdozio istituito da Cristo e si benedicono gli olii santi, viene posticipata rispetto alla tradizionale collocazione del Giovedì santo. Come già avvenuto nel 2020, anche quest’anno la Messa crismale sarà celebrata nella vigilia della solennità di Pentecoste, ossia sabato 22 maggio alle 9.30 in Cattedrale.
«Il Giovedì Santo – ha esortato l’Arcivescovo rivolgendosi ai sacerdoti – sentiamoci ugualmente uniti spiritualmente tra di noi, ricordandoci reciprocamente nella preghiera e con un pensiero particolare per i confratelli che si trovano maggiormente nella prova».
Nella Messa In Coena Domini, celebrata la sera del Giovedì santo nelle parrocchie, l’Arcivescovo invita alla preparazione di «un’intenzione della preghiera dei fedeli per tutti i sacerdoti e in particolare per quelli ammalati o in difficoltà».
Confessione: in settimana santa e fino alla II dom. di Pasqua è permessa la “terza forma”
La Settimana Santa e la Pasqua sono un momento dell’anno liturgico in cui molti cristiani avvertono il profondo desiderio di un rinnovamento della propria vita, accogliendo la grazia del perdono di Gesù nel sacramento della Penitenza.
La Penitenzieria apostolica, in una nota del 19 marzo 2020 e tuttora vigente, ha dato delle importanti indicazioni che facilitano, in tempo di pandemia, la partecipazione dei fedeli al sacramento della Penitenza. «Nella mia responsabilità di Vescovo – ha indicato mons. Mazzocato – , le rendo valide anche per la nostra Chiesa diocesana, nel periodo che va dalla domenica della Palme (28 marzo) alla domenica in Albis (11 aprile)».
Nella fattispecie si tratta di amministrare il Sacramento nella c.d. “terza forma”, ossia quella che prevede l’assoluzione collettiva senza la previa confessione individuale. Nella comunicazione arcivescovile si legge che «in questo caso, dopo responsabile valutazione ed eventuale confronto con il Vescovo, si può offrire una celebrazione (o anche più) del Sacramento della Penitenza nella terza forma prevista dal rituale con assoluzione generale. Questa forma – prosegue mons. Mazzocato – non deve sostituire in modo permanente quella della confessione e assoluzione individuale che va, quindi, assicurata il più possibile in ogni comunità. Il tutto accompagnando e formando adeguatamente i fedeli, perché questa forma sia compresa nel suo vero significato e sia stimolo a riscoprire l’importanza vitale della conversione dai propri peccati e della riconciliazione con Dio e con la Chiesa.
Un ultimo pensiero mons. Mazzocato lo rivolge a chi è impossibilitato a ricevere l’assoluzione sacramentale. La citata nota della Penitenzieria Apostolica invita a ricordare ad essi «che la contrizione perfetta – proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa con una sincera richiesta di perdono e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere appena possibile, alla confessione sacramentale – ottiene il perdono dei peccati anche mortali».