Il presidente di Unindustria Pordenone, Agrusti, nella conferenza di fine anno ha parlato della nascita di Confindustria Alto Adriatico, che nascerà dal matrimonio tra Pordenone e la Venezia Giulia, 1.300 imprese associate: “Un traguardo importante”.
“Un matrimonio tra la città della scienza e quella della manifattura”: lo ha detto il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, in riferimento alla realizzazione di un’unica Confindustria tra Pordenone e la Venezia Giulia, “una nuova territoriale detta dell’Alto Adriatico con oltre 1.300 aziende associate, grandi motivazioni e un peso rilevante nel contesto confindustriale italiano”. “Un traguardo importante con sinergie straordinarie – ha proseguito -: la nostra collocazione geografica, ed insieme la nostra dimensione manifatturiera, ci hanno consentito di sviluppare progetti e realtà che da un lato hanno fatto nascere nuove imprese del navale, dall’altro aumentato la subfornitura legata ad una domanda crescente che noi siamo in grado di soddisfare. Proprio questa doppia visione, di grande area manifatturiera, di importante centro di logistica, ha fatto diventare realtà quell’idea che da una parte Pordenone potesse trovare nuove opportunità nel ridefinirsi anche retro-cantiere di una delle più grandi società al mondo nel navale, e dall’altra di diventare con la sua infrastruttura dell’Interporto retro porto di tutta la portualità alto-adriatica oltre che centro fondamentale di scambio da gomma a rotaia”. Porto e retroporti, quindi, ma non solo: “a Trieste trovano sede importanti istituti di ricerca che ben si coniugheranno con i nostri centri di eccellenza e scienza applicata e si converrà che nella fase di trasformazione del sistema industriale che stiamo vivendo, questo rapporto potrà diventare straordinariamente virtuoso”.
E Udine e la sua provincia? Per ora restano alla finestra, di fronte ad un’alleanza che farebbe comodo anche al Friuli.