Composta da 20 deputati avrà gli stessi poteri della magistratura. Avrà il compito di raccogliere «tutti gli elementi utili per l’identificazione dei responsabili della morte di Giulio Regeni nonché delle circostanze del suo assassinio».
Approvata dall’Aula della Camera l’istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. In favore del varo della Commissione hanno votato tutti i gruppi tranne Fi che si è astenuta, dopo la bocciatura di un proprio emendamento. I sì all’istituzione sono stati 379, gli astenuti 54. Un lungo applauso dell’aula ha salutato l’approvazione.
La Commissione, composta da 20 deputati, avrà il compito di raccogliere «tutti gli elementi utili per l’identificazione dei responsabili della morte di Giulio Regeni nonché delle circostanze del suo assassinio». Sulla definizione dei compiti ci sono state varie riscritture del testo: in Aula è stato approvato un emendamento di Forza Italia (prima firma Pierantonio Zanettin) con la dicitura definitiva. Respinto invece un altro emendamento di Fi che esplicitava tra i compiti quello di indagare anche «le possibili connessioni» tra la morte del ricercatore «con l’attività di ricerca in ambito accademico effettuata dallo stesso». La bocciatura dell’emendamento ha spinto Forza Italia ad astenersi nel voto finale.
La Commissione di inchiesta dovrà comunque «verificare fatti, atti e condotte commissive e omissive che abbiano costituito o costituiscano ostacolo, ritardo o difficoltà per l’accertamento giurisdizionale delle responsabilità relative alla morte di Regeni, anche al fine di valutare eventuali iniziative normative per superare, nel caso di specie e per il futuro, simili impedimenti, nonché per incrementare i livelli di protezione delle persone impegnate in progetti di studio e di ricerca all’estero, in funzione di prevenzione dei rischi per la loro sicurezza e incolumità».
La Commissione avrà gli stessi poteri della magistratura ed entro 12 mesi dovrà concludere la propria inchiesta, con una relazione. Potrà, inoltre, riferire alla Camera «anche nel corso dei propri lavori, ove ne ravvisi la necessità o l’opportunità».