Sabato 10 marzo in sala Paolo diacono a Udine, alle 15.30 il primo incontro della nuova iniziativa dell’Arcidiocesi. Seguiranno 7 sessioni di due incontri ciascuna, una volta al mese, per un totale di 66 ore, fino a dicembre 2018.
Una proposta nuova, nata dalla consapevolezza, spiega il direttore dell’Ufficio diocesano per l’iniziazione cristiana e la catechesi, don Alessio Geretti, che «è sempre più necessario avere a disposizione della grande missione dell’evangelizzazione e dell’accompagnamento nella fede testimoni credibili, che coltivano loro per primi la loro vita di fede, ma anche testimoni competenti, capaci di interpretare i cambiamenti in atto e trovare il modo giusto di avvicinarsi ad ognuno per portare l’annuncio della bellezza del Vangelo». Nasce così il primo Corso di Alta formazione per il rinnovamento della catechesi.
L’incontro iniziale del corso è fissato per sabato 10 marzo, in Sala Paolo diacono a Udine, dalle ore 15.30 alle 18.30. Seguiranno 7 sessioni di due incontri ciascuna, una volta al mese (venerdì, dalle 17.30 alle 22 e sabato dalle 14.30 alle 19), per un totale di 66 ore, fino a dicembre 2018.
Un nuovo corso, dunque, intensivo, che si aggiunge alle varie proposte di formazione e approfondimento spirituale che la diocesi già offre con regolarità ai propri catechisti registrando peraltro sempre grande partecipazione, a dimostrazione che il desiderio di crescere in competenza, da parte di chi esercita questa missione, certamente non manca.
«Questo corso mira ad un consolidamento di fondo – anticipa don Geretti –. È un’occasione per aiutare a capire meglio cosa sono la catechesi e l’iniziazione cristiana, cosa vuol dire trasmettere la fede, come si fa nell’età evolutiva… E come capire il tempo d’oggi». Aspetti che diventano di giorno in giorno più cruciali, anche alla luce del momento che sta vivendo la Chiesa udinese.
«In una diocesi che sempre di più mette in atto dei ben organizzati cantieri di missione e di evangelizzazione quali dovranno essere le collaborazioni pastorali – conclude il direttore dell’Ufficio per la catechesi –, senza voler bruciare le tappe, sappiamo che ci sarà bisogno in ognuna di esse, e per ogni ambito dell’opera cristiana, di coltivare alcuni operatori laici che siano sempre di più un buon punto di riferimento, accanto ai parroci. In questo caso catechisti di riferimento, appunto, per gli altri catechisti».