Il tribunale amministrativo ha rigettato la richiesta di sospensiva immediata del cantiere ma ha ammesso che i danni “non sembrano avere carattere irreversibile”, aprendo all’ipotesi di un abbattimento dell’infrastruttura che ha deturpato il paesaggio della Bassa Friulana
Una delusione ma anche uno spunto interessante per i sette comuni contrari al carattere aereo dell’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest – Basiliano, Lestizza, Mortegliano, Pavia di Udine, Palmanova, Trivignano Udinese e San Vito al Torre – e per il Comitato per la vita del Friuli rurale (forte anche dell’adesione di oltre 250 agricoltori della zona): negata la sospensiva cautelare immediata del cantiere di Terna perché l’opera è ormai completata per l’80%, manca solo un km di piloni sui 39 totali, e quindi ormai il danno non cambierà molto nei 7 mesi che mancano all’udienza di merito, però il Tar del Lazio ammette che tali danni al paesaggio “non sembrano avere carattere irreversibile”, facendo riferimento diretto ad una ipotesi di abbattimento. Questa la decisione presa oggi a Roma. “È esattamente quello per cui combattiamo da quattro anni in Consiglio regionale e in Parlamento – evidenzia il consigliere regionale Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle -. Anche questa mattina, infatti, è stata discussa alla Camera dei deputati un’interpellanza urgente, presentata dal deputato del MoVimento 5 Stelle Francesco D’Uva, con cui si chiedeva al governo Gentiloni di intervenire nei confronti di Terna spa per convincerla a non sprecare ulteriori risorse per completare un’opera su cui pendono già di nuovo molti ricorsi e che a nostro avviso è stata di nuovo viziata nella sua autorizzazione da una procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale, Ndr) incompleta”.
Per la cronaca, il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, si è limitata ad una asettica cronologia dell’iter burocratico, sposando di fatto acriticamente le tesi di Terna.
L’istanza dei sindaci contrari e del Comitato per la vita del Friuli rurale al Tar del Lazio