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Da un’idea di don Giuseppe Cargnello, premio Epifania di Tarcento 2016, con la collaborazione del prof. Gabriele Zanello e don Romano Michelotti e il contributo della Provincia di Udine, Glesie Furlane ha editato il volume «che fonda il proprio valore su alcuni importanti pilastri della cultura musicale e religiosa cristiana ed europea. Oggi – venerdì 24 marzo – a palazzo Belgrado, il presidente della Provincia di Udine Pietro Fontanini ha manifestato apprezzamento per questa pubblicazione che raccoglie antichi brani liturgici del mondo tedesco, «una realtà a noi vicina considerando che, la maggior parte dei Patriarchi che hanno lasciato un segno importante nel nostro territorio, proveniva da quelle zone. Grazie a questa traduzione, – ha aggiunto Fontanini – questi antichi brani potranno essere utilizzati anche dalla nostra comunità, nelle nostre chiese». Il presidente ha evidenziato, in particolare, il contributo di don Giuseppe Cargnello per questo importante lavoro e, in generale, l’impegno nella valorizzazione del canto liturgico in marilenghe. La pubblicazione sarà distribuita a tutti i cori del Friuli «affinché si canti in lingua friulana, utilizzando un’armonia musicale affine alla sensibilità del nostro popolo». Complimenti per il nuovo progetto (che sarà arricchito in futuro anche da un cd musicale) sono giunti dal direttore dell’Arlef William Cisilino, «un lavoro che, in sinergia con i precedenti realizzati da Glesie Furlane e con le attività svolte dalle diverse realtà sul territorio, valorizzano la lingua friulana e ne sostengono la diffusione».
Monsignor Roberto Bertossi, presidente di Glesie Furlane e l’autore don Giuseppe Cargnello, si sono soffermati su contenuti della pubblicazione che propone 50 spartiti, fornendo alle comunità cristiane un valido strumento per la preghiera: come infatti sottolinea anche don Loris Della Pietra, direttore dell’Ufficio liturgico dell’Arcidiocesi di Udine, nella sua prefazione all’opera, col canto corale l’azione liturgica assume una dimensione più nobile e profonda proprio quando ministri e popolo si propongono a Dio nell’unitarietà dei cuori e delle voci.
Per la nascita della forma musicale del corale è stata determinante la riforma di Martin Lutero, della quale nel 2017 si celebra il Cinquecentenario. Infatti, con l’obiettivo di portare la pratica liturgica più vicina al popolo, il riformatore tedesco decise di favorire forme musicali più semplici e di utilizzare la lingua del popolo. Per questo motivo decise di scrivere testi nuovi in lingua tedesca su melodie liturgiche già in uso, adattò melodie della tradizione popolare profana e in alcuni casi compose melodie originali. Ci troviamo quindi di fronte a un genere musicale che attinge la propria forza direttamente delle Sacre Scritture, consegnandola al popolo attraverso la musica e la sua lingua.
Il friulano ben si adatta alla traduzione di questi testi proprio per le sue caratteristiche linguistiche, che permettono un adattamento più naturale rispetto ai vari tentativi di traduzione dal tedesco all’italiano. Ciò porta a confermare i legami culturali tra il Friuli e il Centro Europa, attraverso la lingua friulana, figlia della latina ma con sensibili influenze germaniche.
La traduzione è stata eseguita con rigore ma non letteralmente, mantenendo sia la metrica che la rima. Le armonizzazioni proposte sono per lo più per la classica formazione a quattro voci dispari. Oltre ai “” il libro propone un’appendice finale con alcuni consigli pratici per l’esecuzione e i ringraziamenti alle varie istituzioni tedesche, luterane e cattoliche, che non solo hanno concesso i diritti per la traduzioni, ma hanno dimostrato sensibilità e attenzione per la cultura friulana.
Nella sua presentazione, don Giuseppe Cargnello chiosa: «