Don Ottavio Zucchetto, diventato prete dopo essere diventato vedovo, ha due figli in età adulta
«La Parola di Dio corra, passi veloce da un cuore all’altro, da una mente all’altra in questa comunità di Osoppo sotto la guida del nuovo parroco»: questo l’invito dell’Arcivescovo di Udine nell’omelia pronunciata nel pomeriggio di oggi – domenica 6 novembre – nella chiesa di S. Maria ad Nives in occasione della solenne celebrazione di immissione in possesso del nuovo parroco di Osoppo, don Ottavio Zucchetto.
Originario di Zellina di San Giorgio di Nogaro, 66 anni da compiere a novembre, il nuovo pastore della comunità osovana è stato per 7 anni parroco di Forni Avoltri (dal 2009). Don Zucchetto è uno dei rarissimi casi di prete diventato presbitero da vedovo e che può gioire della sua vocazione con la famiglia. Ha infatti due figli: Giulia (di 40 anni, sposata con Dario) e Paolo (di 33, sposato con Martina). Un passato di carpentiere, poi il matrimonio, felice, di 17 anni, terminato però tragicamente a causa di un incidente stradale che ha coinvolto la moglie. È stata proprio la prematura morte della donna a indurre Zucchetto ad una profonda ricerca interiore che ha trovato sbocco prima nel diaconato, poi nella scelta di mettersi a disposizione per il presbiterato. Come diacono permanente le esperienze di collaborazione nelle foranie di San Giorgio di Nogaro e Rivignano, poi l’ordinazione sacerdotale, il 21 ottobre 2007, l’incarico di vicario parrocchiale a Sedegliano, dal 2008 al 2009, e quello di parroco a Forni Avoltri.
Dopo aver ringraziato il predecessore don Giovanni Battista Menosso, che pur trasferendosi nella canonica di Magnano in Riviera continuerà a prestare servizio nella comunità, l’Arcivescovo ha sottolineto: «Don Ottavio Zucchetto ha accolto con grande disponibilità la mia proposta: cambiare, assumersi una responsabilità di pastore abbastanza più consistente di quella dov’era prima. Questo richiede cuore aperto, senso dell’obbedienza, disponibilità a servire la propria Chiesa e a collaborare con il proprio vescovo, il quale, meglio che può, cerca di provvedere alle necessità delle 374 parrocchie della diocesi. Lo ringrazio di questa disponibilità. Prende in mano il testimone di don Gianni Menosso, entra a vivere insieme a voi e davanti a voi, come compete ad un Pastore. La comunità cristiana di Osoppo, ricca di tante energie, con tanti gruppi e iniziative, è erede di una tradizione cristiana antichissima. Vogliamo che si trasmetta nel futuro camminando tutti insieme. Questo è il compito che don Ottavio ha, insieme a voi, collaborando fattivamente con tutte le forze che ci sono, anche civili. Tutti insieme facciamo la forza dei nostri paesi».
Don Ottavio giunge a Osoppo «nella maturità della sua esperienza sacerdotale – ha osservato l’Arcivescovo -. Viene da una storia personale ricca, caratterizzata prima dall’esperienza familiare, poi da quella di diacono e da diversi anni dall’impegno sacerdotale. Porterà in mezzo a voi la ricchezza della sua esperienza umana e di fede. Camminiamo insieme su questa strada che ci porta a vivere al meglio la nostra vita personale e comunitaria seguendo la strada del Signore».
Nel completare i suoi auguri al nuovo parroco, mons. Mazzocato ha preso spunto dalla seconda lettura tratta dalla lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi: la sua preoccupazione è che la Parola del Signore “corra e sia glorificata”. «Corra, passi da un cuore all’altro, da una mente all’altra – ha sottolineato mons. Mazzocato -. Nella Lettera a Timoteo, pur essendo incatenato in carcere, dice: “La Parola di Dio non la fermi nessuno”. Sono appena tornato a casa da Scutari, in Albania, dove ieri ho partecipato con 40 tra Vescovi e Cardinali alla beatificazione di 38 martiri sotto il regime comunista: 2 vescovi, poi sacerdoti, religiosi, un seminarista, una novizia di 18 anni, laici. Ho visto alla luce di una torcia le celle dove questi martiri sono stati detenuti e venivano torturati. Neanche il dittatore Hoxha ha fermato la Parola di Dio. Ci ha provato ma alla fine si è arreso lui. Nel 1990, dopo la caduta del muro di Berlino, un sacerdote coraggioso decise di celebrare la prima S. Messa dopo 30 anni. Senza cellulari, tv e giornali, improvvisamente migliaia di persone si trovarono in un cimitero e poi in processione, con la croce davanti, si sono riappropriati della cattedrale che era stata trasformata in una palestra per giocare. Ma la Parola di Dio corre, non si ferma. Si arresta solo quando il nostro cuore crea una diga. Io prego perché qui a Osoppo la Parola di Dio continui a correre, nella catechesi per i bambini, per i genitori, gli adulti, i giovani… Corra la Parola di Dio e don Ottavio la sappia annunciare a tutti».
Infine l’Arcivescovo ha pregato per due grandi virtù che S. Paolo richiama: “Il Signore guidi i vostri cuori nell’amore di Dio e nella pazienza di Cristo”. «Prego innanzitutto che don Ottavio abbia la pazienza di Cristo – ha concluso mons. Mazzocato -. Un buon Pastore ha innanzitutto bisogno di questa virtù, perché non può stancarsi mai, deve fermarsi a raccogliere anche l’ultima pecora, quella che si è smarrita, e per far questo ci vuole la virtù della pazienza, ovvero sempre essere disponibili, sempre col cuore aperto, come tutti giustamente si attendono da un sacerdote. Infine prego che don Ottavio insegni a tutti l’amore di Dio, in modo che Osoppo sia una comunità con i cuori aperti, ricca di quell’amore che Gesù ci ha insegnato. E poi questo amore, che vuol dire comunione e collaborazione, si allarghi al rapporto tra parrocchie e tra sacerdoti. Senza amore di Dio ognuno chiude la porta, con l’amore di Dio tutti la spalancano e fioriscono le collaborazioni. La giornata di oggi sia una bella ripartenza, nella fede, nell’amore, nell’amicizia e nella collaborazione tra di noi. E guardiamo con fiducia al nostro futuro».
Roberto Pensa