Partito dal recupero di materiali ferrosi dalle macerie del dopoguerra, creò dal nulla la zona industriale di Osoppo e sconfisse le distruzioni del terremoto, facendone anzi un trampolino di lancio. Nei crolli erano morti in fabbrica 7 operai e 39 persone erano ferite. «Potevamo piangere, oppure ripartire – ricordava Pittini -. Il 7 maggio eravamo in azienda».
Andrea Pittini, uno degli industriali friulani più rappresentativi, è morto all’ospedale di Udine: avrebbe compiuto 86 anni tra pochi giorni. Le esequie si terranno presso gli Stabilimenti del Gruppo in Zona Industriale Rivoli di Osoppo il giorno 17 ottobre alle 14.30, con ingresso adiacente alla Palazzina Direzionale (lungo SR 463). La camera ardente allestita in questa sede sarà aperta dalle ore 10.00. La sepoltura avverrà in forma strettamente privata.mIn tale occasione gli impianti produttivi di tutte le aziende del gruppo osserveranno un fermo di 24 ore.
Uomo fattosi da solo, come ha sempre sottolineato, Pittini lascia la moglie, Annamaria, e i figli Marina e Federico, e un gruppo siderurgico che occupa un migliaio di lavoratori, composto da più di dieci stabilimenti. Andrea Pittini nacque a Gemona il 1° novembre 1930. Al termine del secondo conflitto mondiale, giovanissimo, iniziò un’attività di raccolta e commercio di rottami ferrosi recuperando i residuati bellici per poterli rivendere alle fonderie ed acciaierie dell’epoca. Nella prima metà degli anni ’50 avviò una prima attività industriale con un impianto di trafilatura. Agli inizi degli ‘60 fu tra i fondatori della zona industriale di Rivoli di Osoppo, dove le Metallurgiche Pittini producevano, prime in Italia, tralicci e reti elettrosaldate.
Nei primi anni ’70 diede l’avvio ad un processo di sviluppo e verticalizzazione a monte del processo produttivo con l’installazione del primo laminatoio vergella nel 1970 ed in seguito con l’avvio dell’acciaieria elettrica nel 1975. Nel giro di pochi anni si passò così, con una serie di investimenti impiantistici, da una dimensione quasi “artigianale” alla realizzazione di uno dei più moderni complessi siderurgici europei.
Il programma di crescita non si fermò nemmeno durante i tragici momenti del terremoto che devastò il Friuli nel maggio 1976. «Ero a Milano il 6 maggio 1976 – raccontava Pittini -. Mi precipitai in Friuli. Tutto era distrutto. La fabbrica, dove allora lavoravano 1.300 persone, rasa al suolo. Era rimasta in piedi solo la palazzina degli uffici. Nei crolli avevamo perso 7 operai e 39 persone erano ferite. Potevamo piangere, oppure ripartire. Il 7 maggio eravamo in azienda.». In quel drammatico frangente, che seminò morte e distruzione, le aziende del Gruppo diventarono un punto di riferimento per gli abitanti dei paesi martoriati dal sisma. Negli anni il Cav. Pittini è riuscito a creare un complesso siderurgico che, per dimensioni, caratteristiche dei prodotti ed elevati contenuti tecnologici, si è affermato in tutto il mondo. Sono sorte le acciaierie di Osoppo e Potenza, i reparti di trafilatura e di elettrosaldatura in Italia ed all’estero, le produzioni di trafilati e laminati per la meccanica e recentemente le Acciaierie di Verona.
Ferriere Nord, capofila del Gruppo Pittini, è una realtà di rilevanza internazionale nel settore degli acciai destinati all’edilizia.La leadership nel settore è consolidata con la produzione di acciai per cemento armato ad alta duttilità. Ferriere nord, con i due stabilimenti di Osoppo e Potenza, può contare su due acciaierie elettriche, due laminatoi per la produzione di acciaio per cemento armato in barre e rotoli, un impianto per la laminazione della vergella e impianti per la produzione di rete e traliccio.
Tonon (Confindustria Udine): “Capì che tenere le famiglie unite era la mossa vincente per affrontare la ricostruzione”
“Al Cavaliere, come tutti noi lo abbiamo sempre chiamato, presidente della nostra Associazione dall’84 all’86, il Friuli deve molto per il fondamentale contributo da lui dato prima alla industrializzazione del Friuli e, successivamente, alla ricostruzione post terremoto – evidenzia il presidente di Confindustria Udine, Matteo Tonon -. E’ noto a tutti che cosa sia stato capace di fare e quale sia la dimensione del gruppo industriale Pittini, una eccellenza per l’Italia, un colosso dell’acciaio, capace di crescere assumendo una dimensione multinazionale. Un uomo dotato di intuito e preveggenza, un uomo buono e saggio, dal carattere spigoloso e franco. Il Friuli, prima di tutto, lo piangerà: solo poche settimane fa l’on. Zamberletti – commissario del Governo all’epoca del terremoto – ebbe occasione di ricordare che molto di come fu ricostruito il Friuli lo dobbiamo al cav. Andrea Pittini, con cui tanto aveva litigato durante le fasi delle ricostruzione, riportando alla memoria la determinazione con la quale il Cavaliere chiese all’epoca soluzioni che consentissero alle famiglie di restare unite, ricordando quanto su questo avesse avuto ragione, salvando il Friuli dalla nuova possibile emigrazione. Un attore del nostro tempo, senza tempo, con una modernità di pensiero straordinaria , una lucidità nella visione imprenditoriale che non ha mai avuto cedimenti. Un Imprenditore che è stato protagonista del Friuli Industriale, un vanto per tutti noi. Ci mancherà e mi mancherà moltissimo”.
Il cav. Pittini è spirato all’Ospedale di Udine. Tra poco avrebbe compiuto 86 anni