“Dio aspetta sempre il nostro rimetterci in viaggio – ricorda Papa Francesco –. Quando ci abbraccia e ci perdona non ha memoria, dimentica il passato”
“Dio ci perdona e non ha memoria”, così Papa Francesco all’Angelus di oggi, domenica 11 settembre, in Piazza San Pietro. “La liturgia udierna – ha detto il Papa – ci propone il capitolo 15 del Vangelo di Luca, considerato il capitolo della misericordia che raccoglie tre parabole, con le quali Gesù risponde alle mormorazioni degli scribi e dei farisei. Essi criticano il suo comportamento e dicono “costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Gesù vuole far capire che Dio padre è il primo ad avere un atteggiamento accogliente e misericordioso. Dio ha questo atteggiamento. Dio nella prima parabola è presente come pastore che lascia 99 pecore per cercare quella perduta; nel secondo la donna perde la moneta nella terza, nella terza Dio padre che accoglie figlio che si era allontanato. La figura del padre svela il cuore di Dio, Dio misericordioso manifestato in Gesù. Un elemento comune a queste tre parabole è quello espresso dai verbi che significano gioire insieme, fare festa. Non si parla di fare lutto, si gioisce si fa festa. Il pastore chiama i vicini e dice “rallegratevi con me”, la donna dice ho trovato la moneta che aveva perduto, il padre dice all’altro figlio di rallegrarsi perché il fratello è stato ritrovato. Nelle prime due parabole l’accento è posto sulla gioia incontenibile da doverla condividere, nel secondo si espande a tutta la sua casa. Questa festa di Dio è quantomai intonata all’anno giubilare che stiamo vivendo come invece dice lo stesso termine ‘giubileo’ cioè giubilo. Con queste tre parabole Gesù ci presenta il volto vero di Dio, dalle braccia aperte, che tratta i peccatori con tenerezza e compassione. La parabola che più commuove quella del padre che abbraccia e stringe il figlio ritrovato. Ciò che colpisce non è tanto la storia del figlio, ma la via del ritorno verso casa, la via della speranza e della vita nuova”.
“Dio aspetta sempre il nostro rimetterci in viaggio – ricorda Papa Francesco –, ci attende con pazienza e ci vede quando siamo lontani, ci accoglie, ci abbraccia, ci corre incontro, ci perdona e il suo perdono cancella il passato e ci rigenera nell’amore. Questa è la debolezza di Dio, quando ci abbraccia e ci perdona non ha memoria, dimentica il passato. Quando noi peccatori ci convertiamo e ci facciamo ritrovare da Dio, non ci attendono rimproveri e durezze perché Dio salva, accoglie con gioia e fa festa. Gesù stesso dice “Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte più che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione”. Avete mai pensato che ogni volta che ci accostiamo al confessionale c’è gioia e festa nel cielo? Questo ci infonde speranza perché non c’è peccato da cui non possiamo risorgere, nessuno è irrecuperabile perché Dio non smette mai di volere il nostro bene, anche quando pecchiamo”.