Forte calo delle assunzioni a tempo indeterminato (-38,8%) e pessimi dati a Udine sulla cassa integrazione nei settori trainanti dell’export
La ripresa economica, in Friuli, sembra aver già esaurito la sua debole spinta: lo rivela l’elaborazione dell’Ires FVG sui dati occupazionali. Nel primo semestre del 2016 le nuove assunzioni a tempo indeterminato in Friuli-Venezia Giulia sono in calo del 38,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una flessione più marcata rispetto a quella nazionale (-33,44%).
La decontribuzione cambia la distribuzione temporale delle assunzioni
La dinamica negativa della prima parte del 2016, rileva il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha curato la rielaborazione su dati Inps, «è consolidata ed è anche conseguenza della forte accelerazione di dicembre 2015, che in regione aveva fatto “anticipare” in un solo mese quasi 8mila tra assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato per poter usufruire di una decontribuzione più vantaggiosa». Nonostante tali premesse, nei primi sei mesi del 2016 risultano in leggera crescita in regione le assunzioni a termine (+1,9% contro il +0,6% nazionale) e in sensibile aumento quelle degli apprendisti (+11,8%, in Italia +14,4%) dopo un anno contrassegnato da una dinamica negativa. Sempre su base tendenziale (gennaio-giugno 2015-2016) sono in netto aumento le trasformazioni di rapporti di apprendistato (+34,7% in regione, a livello nazionale +6,9%) mentre diminuiscono quelle dei tempi determinati (-35,6% contro una media nazionale pari a -37%).
Un altro elemento positivo è costituito dalla flessione delle interruzioni dei rapporti di lavoro, in calo del 7,6% in Fvg; per i soli rapporti di lavoro a tempo indeterminato tale dinamica si traduce in un saldo positivo di circa 650 unità, anche se decisamente inferiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2015 (quasi 6.700), ma superiore a quello osservato nello stesso periodo del 2014 (-30 unità). Dopo il notevole incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato del 2015, tra l’inizio di gennaio e la fine di giugno 2016 si evidenzia dunque un ulteriore, anche se più contenuto, aumento. Si può inoltre osservare che le assunzioni a tempo indeterminato che hanno usufruito dell’esonero nei primi sei mesi dell’anno sono state in regione 3.123 (il 35,5% del totale), le trasformazioni di rapporti a termine 1.350 (23,6%). A partire dal 2016 (con la legge di Stabilità 2016) entità e durata degli sgravi sono infatti state notevolmente ridimensionate (gli importi massimi sono stati ridotti del 60%, da 8.060 a 3.250 euro, la durata è scesa da 3 a 2 anni). Inoltre bisogna considerare che i segnali di ripresa dell’economia sono ancora deboli, si pensi ad esempio all’andamento dell’export nel primo trimestre dell’anno, in calo tendenziale sia a livello nazionale sia in misura più accentuata a livello regionale. Si tenga inoltre presente che sono stati considerati i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati nel settore privato (esclusi i lavoratori domestici e gli operai agricoli) e negli Enti pubblici economici. Sono stati rilevati tutti i rapporti di lavoro attivati nel periodo, anche quelli in capo ad uno stesso lavoratore, con riguardo a tutte le tipologie di lavoro subordinato, incluso il lavoro somministrato e il lavoro intermittente. I dati sui nuovi rapporti di lavoro sono ancora provvisori e la fonte è costituita dai versamenti contributivi effettuati dalle imprese.
Il lavoro accessorio (gennaio-giugno)
Sempre nei primi sei mesi del 2016 prosegue la crescita del ricorso al lavoro accessorio, sia in regione sia con ritmi ancora più sostenuti a livello nazionale. Il numero di voucher venduti in Fvg nel primo semestre ha superato i 3,1 milioni (un numero superiore a quello registrato nel quadriennio 2008-2011), con una crescita del 32% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (oltre 753mila in più).
Le nuove aperture di partite Iva (gennaio-giugno)
Nel periodo gennaio-giugno 2016 in Fvg sono state aperte 4.748 nuove partite Iva, in aumento rispetto allo stesso periodo 2015 (+4,8%, contro una media nazionale del +3%), dopo un anno caratterizzato da una dinamica opposta (-12% nella nostra regione). Il periodo marzo-giugno ha comunque segnato un rallentamento di tale dinamica, dopo i netti incrementi del primo bimestre. A livello territoriale Gorizia è l’unica provincia che presenta una flessione (-6%), Udine e Trieste evidenziano incrementi vicini al 6%, Pordenone si attesta a +3,6%. L’aumento è stato favorito dalle maggiori adesioni al regime agevolato “forfetario”, incentivate dalle modifiche introdotte con la legge di stabilità 2016.
Le ore autorizzate di Cassa Integrazione (gennaio-luglio 2016)
Nei primi sette mesi del 2016 in regione sono state complessivamente autorizzate 10,1 milioni di ore di cassa integrazione guadagni. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando vennero autorizzate 12 milioni di ore, si registra un calo del 15,5%. In particolare si osserva una netta flessione degli interventi straordinari (-22,8% su base annua), un incremento di quelli in deroga (+12%) e una sostanziale stabilità delle ore di cassa integrazione ordinaria (-0,2%).
L’andamento delle ore di cassa integrazione può essere considerato un termometro dello stato di salute del settore industriale, anche se occorrono alcune cautele nell’interpretazione dei dati. Nell’ultima parte del 2015 e nei primi mesi del 2016 sono ad esempio diminuite notevolmente le ore di Cig ordinaria, anche perché dal mese di novembre l’Inps ha sostanzialmente disposto un blocco autorizzativo finalizzato all’allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal D.Lgs. 148/2015 (entrato in vigore il 24 settembre 2015). Tra le più importanti novità del D.Lgs. 148/2015 si ricorda che è stata ridotta la durata massima dei trattamenti ordinari e straordinari, che adesso non possono superare i 24 mesi in un quinquennio (nel caso del settore edile 30 mesi); inoltre la platea dei beneficiari è stata ampliata agli apprendisti assunti con contratto di apprendistato professionalizzante. Per quanto riguarda la Cig straordinaria a partire dall’1/1/2016 viene esclusa come causale di autorizzazione la cessazione dell’attività produttiva dell’azienda o di un ramo di essa. L’anno scorso, poi, erano crollate le ore di cassa integrazione in deroga, in quanto tali interventi fino a maggio 2015 sono stati quasi azzerati a causa della mancanza di finanziamenti; si è verificata una ripresa solo a partire da giugno dell’anno scorso.
A livello territoriale Trieste è l’unica provincia che evidenzia un deciso aumento delle ore autorizzate (+34,1%), Pordenone (-28,2%) e Gorizia (-52,9%) mostrano delle diminuzioni particolarmente accentuate, Udine una più lieve flessione (-5,9%).
La dinamica della provincia di Trieste dipende dagli incrementi delle ore di Cig in deroga (che sono raddoppiate) e soprattutto della Cig straordinaria (+61,7%, in particolare nel settore della meccanica e nell’industria cartaria). Significativo è anche l’andamento registrato in provincia di Udine, l’unica in cui crescono le ore di cassa integrazione ordinaria (+86,2%, nonostante il rallentamento delle autorizzazioni durato alcuni mesi); aumento molto rilevante in quanto le ore di Cigo sono passate da 750.000 a 1.400.000. Interessante notare che tale crescita è concentrata nell’edilizia e in due settori fondamentali come la meccanica e la metallurgia, che non a caso sempre in provincia di Udine nel primo trimestre del 2016 presentano un importante calo dell’export.
Per quanto riguarda infine i dati relativi alle indennità di disoccupazione, in Friuli-V.G. nei primi 6 mesi dell’anno sono state presentate più di 11.300 domande, contro le 19.500 dello stesso periodo del 2015. Il notevole calo rispecchia la diminuzione delle interruzioni (cessazioni) dei rapporti di lavoro rilevata in precedenza. Occorre ricordare che da maggio 2015 è entrata in vigore la “Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego” (Naspi), che sostituisce le indennità di disoccupazione Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego, che dal 01/01/2013 aveva sostituito l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti normali) e mini Aspi (che aveva sostituito l’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti). Pertanto le domande che si riferiscono a rapporti di lavoro con data di cessazione fino al 30 aprile 2015 continuano ad essere classificate come Aspi o mini Aspi, mentre le domande che si riferiscono a rapporti di lavoro cessati a partire dal 1 maggio 2015 sono classificate come Naspi.