All’apertura della Gmg in Polonia, il Papa ha messo in guardia i giovani: “Mi addolora incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo”
“Conoscendo la passione che voi mettete nella missione, oso ripetere: la misericordia ha sempre il volto giovane”. È il prologo dell’identikit del “cuore misericordioso”, affidato ai 700mila giovani che hanno affollato il Parco Blonia, ieri, all’apertura della Giornata mondiale della gioventù, nonostante la pioggia battente. “Perché un cuore misericordioso – ha spiegato Francesco – ha il coraggio di lasciare le comodità; un cuore misericordioso sa andare incontro agli altri, riesce ad abbracciare tutti. Un cuore misericordioso sa essere un rifugio per chi non ha mai avuto una casa o l’ha perduta, sa creare un ambiente di casa e di famiglia per chi ha dovuto emigrare, è capace di tenerezza e di compassione. Un cuore misericordioso sa condividere il pane con chi ha fame, un cuore misericordioso si apre per ricevere il profugo e il migrante. Dire misericordia insieme a voi è dire opportunità, è dire domani, impegno, fiducia, apertura, ospitalità, compassione, sogni”. “Ma voi siete capaci di sognare?”, ha chiesto il Papa a braccio: “Quando il cuore è aperto, è capace di sognare, c’è posto per la misericordia, c’è posto per accarezzare, per mettersi accanto a quelli che non hanno il pane o che non hanno il necessario, o la fede”. “Diciamo insieme questa parola: misericordia!”, l’invito di Francesco ai giovani: “Perché il mondo senta”.
Nel suo discorso, poi il Papa è tornato su un tema a lui caro: la mancanza di passione e di voglia di vivere nelle nuove generazioni. “Mi addolora incontrare giovani che sembrano pensionati prima del tempo. Mi preoccupa vedere giovani che hanno gettato la spugna prima di iniziare la partita. Che si sono arresi senza aver cominciato a giocare. Che camminano con la faccia triste, come se la loro vita non avesse valore. Sono giovani essenzialmente annoiati… e noiosi”. Secondo il Pontefice questa tentazione è da rifuggire: “È difficile, e nello stesso tempo ci interpella, vedere giovani che lasciano la vita alla ricerca della ‘vertigine’, o di quella sensazione di sentirsi vivi per vie scure che poi finiscono per ‘pagare’… e pagare caro”, la sfida di Francesco: “Fa pensare quando vedi giovani che perdono gli anni belli della loro vita e le loro energie correndo dietro a venditori di false illusioni – nella mia terra natale diremmo ‘venditori di fumo’ – che vi rubano il meglio di voi stessi”. “Per questo, cari amici, ci siamo riuniti per aiutarci a vicenda, perché non vogliamo lasciarci rubare il meglio di noi stessi, non vogliamo permettere che ci rubino le energie, la gioia, i sogni con false illusioni”, ha detto il Papa, che ha messo i 700mila giovani presenti davanti a un bivio: “Volete per la vostra vita quella ‘vertigine’ alienante o volete sentire la forza che vi faccia sentire vivi, pieni? Vertigine alienante o forza della grazia? Per essere pieni, per avere una forza rinnovata, c’è una risposta; non è una cosa, non è un oggetto, è una persona ed è viva, si chiama Gesù Cristo”.
“Gesù Cristo si può comprare? Si vende nei negozi?”. Lo ha chiesto, a braccio, il Papa ai giovani, nel discorso al Parco Blonia. “È un dono, un regalo del Padre”, la risposta: “Gesù Cristo è colui che sa dare vera passione alla vita, Gesù Cristo è colui che ci porta a non accontentarci di poco e a dare il meglio di noi stessi; è Gesù Cristo che ci interpella, ci invita e ci aiuta ad alzarci ogni volta che ci diamo per vinti. È Gesù Cristo che ci spinge ad alzare lo sguardo e sognare alto”. Poi il riferimento al racconto evangelico di Marta e Maria, dove Gesù, “di passaggio”, si ferma in una casa “che lo accoglie”: “Le molte occupazioni ci fanno essere come Marta: attivi, distratti, sempre di corsa di qua e di là… ma spesso siamo anche come Maria: davanti a un bel paesaggio, o un video che ci manda un amico nel cellulare, ci fermiamo a riflettere, in ascolto”. “In questi giorni della Gmg, Gesù vuole entrare nella nostra casa”, ha detto Francesco: “Vedrà le nostre preoccupazioni, il nostro andare di corsa, come ha fatto con Marta… e aspetterà che lo ascoltiamo come Maria: che, in mezzo tutte le faccende, abbiamo il coraggio di affidarci a Lui. Che siano giorni per Gesù, dedicati ad ascoltarci, a riceverlo in quelli con cui condivido la casa, la strada, il gruppo o la scuola”. Infine, il Papa ha ripetuto, sempre a braccio, un proverbio degli alpini che ama molto: “Nell’arte di salire, quello che è importante non è non cadere, ma non rimanere caduto”.
“Vuoi una vita piena? Comincia a lasciarti commuovere!”. “Perché la felicità germoglia e sboccia nella misericordia: questa è la sua risposta, questo è il suo invito, la sua sfida, la sua avventura: la misericordia. La misericordia ha sempre un volto giovane; come quello di Maria di Betania, seduta ai piedi di Gesù come discepola, che ama ascoltarlo perché sa che lì c’è la pace. Come il volto di Maria di Nazareth, lanciata con il suo “sì” nell’avventura della misericordia, e che sarà chiamata beata per tutte le generazioni, chiamata da tutti noi “la Madre della Misericordia”. “Allora tutti insieme, ora chiediamo al Signore: lanciaci nell’avventura della misericordia!”, ha esclamato Francesco: “Lanciaci nell’avventura di costruire ponti e abbattere muri (recinti e reti); lanciaci nell’avventura di soccorrere il povero, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso per la sua vita. Spingici, come Maria di Betania, all’ascolto di coloro che non comprendiamo, di quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male. Fa’ che volgiamo il nostro sguardo, come Maria di Nazareth con Elisabetta, ai nostri anziani per imparare dalla loro saggezza”. “Voi parlate con i vostri nonni?”, ha aggiunto il Papa a braccio: “Cercate i vostri nonni, loro hanno la saggezza della vita”. Poi la preghiera finale: “Mandaci a condividere il tuo Amore Misericordioso. Vogliamo accoglierti in questa Giornata mondiale della gioventù, vogliamo affermare che la vita è piena quando la si vive a partire dalla misericordia, che questa è la parte migliore, e che mai ci sarà tolta”.