Si è pregato in spagnolo, friulano, italiano e latino oggi pomeriggio in Cattedrale a Udine. La Chiesa Udinese intera riunita per il dono di un nuovo giovane sacerdote: don Carlos Botero. L’Arcivescovo, mons. Mazzocato: “E’ arrivato da noi percorrendo le vie di tanti immigrati”, “ma condotto dalla chiamata di Gesù”. “Gesù lo ha raggiunto nella lontana Colombia e gli ha detto: “Tu seguimi””. “Con la sua chiamata, lo ha condotto sulla strada della vera libertà”.
Chiesa Udinese in festa oggi pomeriggio per il dono di un nuovo giovane sacerdote: Carlos Botero, ventinove anni, proveniente dalle “periferie del mondo”. “Gesù lo ha raggiunto nella lontana Colombia – ha sottolineato l’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato nell’omelia pronunciata durante la solenne ordinazione in cattedrale, durante la quale si è pregato in spagnolo, friulano, italiano e latino – e gli ha detto: “Tu seguimi”, “Abbandona i tuoi progetti e il lavoro a cui ti stai preparando e vieni dietro a me per essere ministro della mia Parola e dispensatore della mia salvezza in quella terra e tra quelle persone che io ho deciso”. La terra decisa da Gesù per don Carlos non era la nativa Colombia, ma il lontano Friuli e così egli è arrivato da noi percorrendo le vie di tanti immigrati; apparentemente sembrava uno di loro, ma di fatto era condotto dalla chiamata di Gesù”.
In Friuli dal 2008, quando si è stabilito a Marano Lagunare dove ha raggiunto i fratelli, don Carlos da quattro anni presta servizio nella parrocchia di Basaldella, seguendo i ragazzi del Catechismo. Due comunità che oggi si sono strette calorosamente al giovane nell’importante giorno del suo “sì” al Signore.
Una vocazione, quella di don Carlos, nata da piccolo in Colombia, ma germogliata proprio in Friuli, come ha ricordato l’Arcivescovo. “Don Carlos è stato aiutato a capire la sua vocazione dalla comunità cristiana di Marano Lagunare – ha detto mons. Mazzocato – e, in primis dal parroco don Elia Piu, che abbiamo la gioia di avere con noi a concelebrare; successivamente è stato aiutato dal Seminario nel quale egli è entrato e nel quale ha percorso sei anni di discernimento e di formazione scoprendo sempre più cosa Gesù voleva per la sua vita e rispondendo con crescente generosità”.
Don Carlos “non è qui davanti a noi per calcoli propri o per i progetti dei suoi genitori, che pure hanno accolto con tanta disponibilità le scelte del figlio e lo hanno accompagnato, anche se da lontano, con la fede e la preghiera – ha proseguito mons. Mazzocato -. È qui perché è stato “rapito” dalla chiamata personale di Gesù e perché lo Spirito Santo lo ha illuminato a riconoscerla e gli ha aperto il cuore per avere la generosità di dire: “Eccomi! Io ci sono e metto nelle tu mani la mia vita””. “So che il cuore di don Carlos è pieno di meraviglia, di gioia e di riconoscenza verso il Signore Gesù perché lo ha scelto e ha reso preziosa la sua esistenza”. “Con la sua chiamata, Gesù lo ha condotto sulla strada della vera libertà; la libertà di non trattenere per sé la vita ma di metterla a disposizione del Regno di Dio”. “Cristo lo ha veramente reso libero; lo ha reso libero con la sua chiamata che a don Carlos ha chiesto tutto per amore e solo per amore verso il suo Signore e verso la Chiesa e i fratelli”.
“Ci uniamo anche noi alla commossa preghiera di ringraziamento a Dio che don Carlos esprime dal profondo del cuore per la straordinaria e immeritata grazia che ha trasformato la sua vita – ha concluso l’Arcivescovo -. E invochiamo lo Spirito Santo perché lo consacri presbitero e lo mantenga fedele al suo ministero fino alla santità. Preghiamo, infine, il Padrone della messe perché continui a guardare la sua e nostra Chiesa di Udine e non le faccia mancare altri giovani che, come don Carlos, rispondano “eccomi” alla voce del Buon Pastore che li invita: “Tu seguimi”. Lo seguano affascinati dalla libertà che gode chi segue senza Gesù senza riserve”.