Colpo di scena nella contestata vicenda della variante di Porpetto. La Provincia ha sospeso la cerimonia di consegna dei lavori, in programma per domani, venerdì 24 giugno. Il vicepresidente di Palazzo Belgrado, Franco Mattiussi, accusa Regione, comitati ambientali e nuova amministrazione comunale, ma intanto il dibattito si infiamma sul consumo del suolo, gli interessi privati e i costi dell’opera
E’ sospesa la cerimonia per la posa della prima pietra della “Variante di Porpetto” annunciata e in programma per domani, venerdì 24 giugno. “L’atteggiamento assolutamente e ripetutamente non collaborativo da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia alla vigilia del trasferimento di competenze in materia di viabilità è all’origine di questa decisione” spiega il vicepresidente della Provincia di Udine con delega alla viabilità Franco Mattiussi. “Ma – precisa – non si arretra sulla validità dell’opera. La Provincia di Udine conferma la strategicità della bretella che ora spetterà alla Regione realizzare. Al riguardo si precisa che l’amministrazione provinciale di Udine ha già provveduto a liquidare gli importi degli espropri (complessivamente un milione 100 mila euro), la progettazione ha ottenuto tutte le autorizzazioni da parte degli enti sovraordinati tra cui l’Anas per le 2 rotatorie all’uscita del casello autostradale, a fine marzo l’appalto è stato contrattualizzato: per l’esecuzione delle opere è stata individuata la ditta Brunelli Placido Franco s.r.l. di Roverè Veronese che ha offerto uno sconto di 27,28% per un importo complessivo (iva compresa) di 6.438.346,40 euro.
La Provincia ribadisce la valenza dell’intervento – aggiunge Mattiussi – che risolve drammatici problemi per il Comune di Porpetto e in particolare per la frazione di Villalta, consentendo, infatti, di trasferire all’esterno del centro abitato, il traffico pesante. Spetterà ora alla Regione, che si è avocata a sé le funzioni in materia di viabilità, concretizzare la bretella nel minor tempo possibile o assumersi la responsabilità di eventuali nuove scelte. Spiace che comitati locali minaccino azioni, spargano menzogne e insinuino dubbi sull’operato dell’amministrazione provinciale di Udine o degli altri enti interessati alla bretella, creando nell’opinione pubblica perplessità che non hanno ragione di esistere in quanto l’unico scopo per chi ha voluto l’opera è la sicurezza della comunità e il miglioramento della vivibilità dell’area”. “Facciamo appello – conclude Mattiussi – ai nuovi amministratori di Porpetto, in particolare agli assessori residenti a Villalta, affinché il Comune si faccia partecipe, come ha fatto la passata amministrazione, per accelerare i tempi per la realizzazione dell’opera”.
Il Comitato per la vita del Friuli rurale, con un comunicato del suo leader Aldevis Tibaldi, aveva denunciato lo spropositato consumo di suolo (compreso l’abbattimento degli spogliatoi del campo sportivo di Villalta), l’elevato costo (che, a detta del Comitato, si poteva dimezzare da 12 a 6 milioni con un semplice coordinamento con i lavori di realizzazione della terza corsia della A4) e la sostanziale inutilità dell’opera, prevedendo infatti essa una pecorrenza chilometrica doppia rispetto all’attuale percorso che ne disincentiverebbe fatalmente l’utilizzo.
Anche per il Movimento 5 Stelle, «evidentemente, come ammesso dallo stesso vice presidente della Provincia di Udine, Mattiussi nei giorni scorsi, l’interesse ultimo di chi ha pensato a questo progetto ancora 15 anni fa non era quello di deviare il traffico pesante fuori dal centro abitato, risultato che si poteva ottenere in modo indolore individuando un altro tragitto, ma quello – spiega Sergo – di aumentare la “capacità attrattiva di nuovi insediamenti nella zona interessata dall’infrastruttura”. Questa frase, però, ha tradito le vere intenzioni dei proponenti: ma di quali insediamenti si sta parlando? Ci auguriamo non industriali – aggiunge il portavoce del M5S – visto che il sito dista solo 5 km dall’Aussa Corno. Unica alternativa potrebbero essere le aree commerciali. Da San Donà di Piave sino a Villesse quasi tutti i caselli dell’A4 hanno infatti nelle adiacenze un centro commerciale o un outlet, ma secondo gli intendimenti della giunta Serracchiani non sarebbe possibile – il condizionale in questo caso non può che essere d’obbligo – costruire nuove strutture di questo tipo, quindi a che serve l’opera?».v«Se queste continuano a essere le motivazioni alla base dell’opera “strategica” il nostro non può che essere che un “no” convinto alla sua realizzazione. Con la Variante di Porpetto il “Partito unico del cemento” scriverà l’ennesimo capitolo dedicato allo spreco di denaro pubblico e a un colpevole consumo di suolo, con il rischio di non ottenere neppure i risultati sperati a tutela dei cittadini di Porpetto, che rischiano di vedere il proprio centro abitato attraversato comunque dai mezzi pesanti che per evitare di allungare di 3 km il percorso “tenteranno” di attraversare il centro. Si parla sempre tanto e a sproposito di cambiamento, ma la vecchia politica continua ad andare avanti con le sue logiche. I cittadini del Friuli Venezia Giulia – conclude Sergo – ci aiutino a debellarla una volta per tutte».