L’Università di Udine ha conferito oggi la laurea honoris causa in Scienze della formazione primaria ad Aldo Colonnello, animatore culturale, maestro elementare, fondatore nel 1969 della Biblioteca Civica di Montereale Valcellina. Il neodottore: “Negli ultimi anni le scuole di paese sono state irresponsabilmente chiuse.
L’Università di Udine ha conferito oggi la laurea honoris causa in Scienze della formazione primaria ad Aldo Colonnello, animatore culturale, maestro elementare, fondatore nel 1969 della Biblioteca Civica di Montereale Valcellina. La cerimonia si è svolta stamani nel polo universitario di via Margreth. La laurea gli è stata assegnata “per le sue chiare virtù di cuore, di carattere e di intelletto, per l’appassionato contributo al rinnovamento didattico della scuola primaria, per la grande capacità di mediare tra istanze diverse, promuovendo la cultura della pace e della convivenza tra i popoli, e per le numerose pubblicazioni di cui è stato curatore, per la specifica competenza nei settori scientifico-disciplinari di un dipartimento dell’Ateneo”. A conferire il massimo riconoscimento accademico il prorettore dell’ateneo friulano, Roberto Pinton, con Antonella Riem, direttrice del Dipartimento di lingue e letterature, comunicazione, formazione e società, che ha parlato della “straordinaria attività di uomo di cultura, di scuola e di dialogo interculturale del maestro Aldo Colonnello, per onorare il suo grande lavoro nei molti anni di sperimentazione nella didattica pluriculturale e plurilingue delle scuole elementari, dove ha saputo dare valore alla cultura e alla lingua friulana, come radice forte dalla quale far nascere l’albero grande dell’incontro con l’altro e con l’altra, la condivisione della conoscenza e della vita per la pace e il benessere di tutti i popoli”. Nella lectio magistralis, Colonnello ha ripercorso le motivazioni del suo mestiere di maestro elementare, che “è un artigiano che non deve isolarsi nella gabbia delle proprie competenze, ma farsi occhio esterno di se stesso. Deve aiutare i bambini a pensare con la propria testa, studiando, ponendosi delle domande, inventando ipotesi, abbandonandole, ripensandole da un altro punto di vista, per diventare consapevolmente libero e responsabile. E anche il maestro deve studiare, e molto, fino all’ultimo giorno di insegnamento e anche dopo. Negli ultimi anni – ha aggiunto – le scuole di paese sono state irresponsabilmente chiuse. Le canoniche vuote. Le ‘botteghe’ strangolate dai supermercati di pianura. Le osterie spente e trasformate in bar. I servizi culturali sotto tono o assenti. La sanità e l’assistenza sociale, sempre più da altre parti. La solidarietà e la sobrietà, vittime predestinate della furbastra e socialmente delinquenziale dittatura del potere televisivo, privato e pubblico. Il timore, sottilmente inquietante e scoraggiante, di essere fuori dalle luci del presente che conta e di non vedere il futuro. La scuola può almeno tentare di essere un colibrì, tanti piccoli colibrì insieme, ognuno – ha concluso – con un piccola goccia d’acqua nel becco”.