“Inquietante è la rinnovata conferma del disinteresse del Governo per una politica della famiglia costituita da padre, madre, figli e magari anche dai nonni”. Age: “La legge sulle unioni civili non aumenta i diritti, come è stato detto, ma li sottrae alle famiglie che oggi soffrono sotto il peso di sussidi insufficienti, agevolazioni per pochi e politiche sociali a macchia di leopardo nel Paese”
“Monsignor Galantino ha ragione. La fiducia sulle unioni civili è sicuramente una sconfitta per tutti”. Lo afferma , presidente dell’Agesc (Associazione genitori scuole cattoliche, dopo l’approvazione del disegno di legge ieri a Montecitorio. “Al di là del mancato rispetto degli elettori, che hanno espresso rappresentanti che non vengono tenuti in alcun conto dal Governo – spiega Gontero -, siamo fermamente convinti che le unioni civili siano matrimoni sotto falso nome e il matrimonio genera dei figli”. Quindi aver posto “la fiducia sulla questione significa spalancare la porta alla stepchild adoption, e da qui all’utero in affitto il passo è breve”. Da parte dell’Agesc, quindi, una “stroncatura totale” di quella che “ben si può definire una deriva autoritaria dell’esecutivo”. Ma altrettanto “inquietante – sottolinea Gontero – è la rinnovata conferma del disinteresse del Governo per una politica della famiglia costituita da padre, madre, figli e magari anche dai nonni. Una politica che tenga conto dell’enormità dei problemi riversati su di essa: economici, di emergenza demografica, di ingiustizia legata all’incertezza del futuro dei figli, del mancato rispetto del diritto costituzionale alla libertà di scelta educativa, e via sommando”. Il Governo, conclude Gontero, “invece di sostenere i nuclei familiari formati da madri, padri e figli, dimostra di volersi allineare a regole di ‘modernità’ e all’avanzamento di pratiche che ‘usano’ le donne”.
“Quella di ieri rappresenta per noi una giornata buia. La legge sulle unioni civili infatti non aumenta i diritti, come è stato detto, ma li sottrae alle famiglie che oggi soffrono sotto il peso di sussidi insufficienti, agevolazioni per pochi e politiche sociali a macchia di leopardo nel Paese”. Così commenta in una nota il voto di fiducia al ddl Cirinnà che ha varato ieri sera la legge sulle unioni civili,, presidente nazionale dell’Age (associazione italiana genitori). “Renzi – continua il presidente dell’Associazione – sul suo profilo Facebook ha scritto che ieri era una giornata di festa ma al presidente del Consiglio dobbiamo ricordare che questo testo di legge apre una voragine di pericoli economici e sociali. A cominciare dalla reversibilità delle pensioni estesa a tutte le unioni insostenibile per le casse dello Stato per finire con l’apertura delle graduatorie degli asili nido già risicate alle coppie che sottoscrivono questo tipo di unione”. In passato, dice Azzolini, “avevamo chiesto a Renzi di fermarsi, di ragionare insieme, perché approvare un testo simile certamente aumenta un tipo di consenso elettorale oggi ma espone a una serie di problemi che nemmeno immaginiamo in futuro”. “Chi festeggia – aggiunge Azzolini – ricorda come l’Italia sia arrivata ultima in Europa nell’approvazione di una norma sulle unioni civili ma omette tutti i problemi di sostenibilità economica e sociale che nei Paesi dove da anni sono in vigore sono via via emersi”. Per questo, conclude, “siamo convinti che la festa sia finita ma ce ne renderemo conto solo fra qualche anno”.
”Ci ricorderemo” è l’hashtag del che cancella una parte della legge sulle unioni civili. “Nei prossimi giorni depositeremo i quesiti per il referendum abrogativo di una parte della legge sulle unioni civili. Lo faremo appena la legge verrà promulgata se evidentemente non ci saranno obiezioni da parte del Capo dello stato”, annuncia Gaetano Quagliariello, in conferenza stampa alla Camera con Carlo Giovanardi, Alessandro Pagano, Massimiliano Fedriga, Eugenia Roccella, Maurizio Gasparri, Lucio Malan, Fabio Rampelli, Maurizi Sacconi. Oggi nasce inoltre il comitato promotore dei parlamentari composto da tutte le opposizioni di centrodestra e presieduto dall”onorevole Eugenia Roccella, già portavoce del Family day. Quagliariello spiega: “Noi chiediamo di abolire gli articoli della legge che creano discriminazioni tra le ipotesi di convivenza omosessuale e quelle eterosessuali”. In base alla legge, osserva, si arriva “ad esempio alla cosa assurda e anche un po” ridicola che se un uomo e una donna convivono per una vita a hanno tre figli, non hanno diritto alla reversibilità, se invece si tratta di una coppia omosessuale avranno la reversibilità”. L”esponente di centrodestra sottolinea di non essere contrario a che vengano assegnati diritti alle persone omosessuali. “Se in Italia ci fosse stata la legge greca, fatta da quel pericoloso reazionario di Tsipras, avrebbe avuto il nostro consenso. Questa legge, invece, punta a cambiare la genitorialità. Ed è un primo passo verso la stepchild come ha detto lo stesso Pd in dichiarazione di voto. La nostra- conclude- è una richiesta di referendum parziale per difendere i più deboli: i bambini”. Per Maurizio Sacconi “siamo in presenza di un nuovo giacobinismo antiumano”, di fronte al quale “il numero degli aderenti alla campagna referendaria aumenterà nei prossimi giorni appena sarà colmata la differenza tra informati e non informati”. Rampelli, di Fdi, tuona contro la “subdola equiparazione tra famiglia naturale e unione omosessuale realizzata con il copia e incolla del diritto di famiglia”. Prima che i quesiti vengano depositati ci sono però due step decisivi. “C”e” ancora il passaggio del Capo dello stato che dovrà verificare la congruenza tra la legge e la Costituzione”, spiega Giovanardi che sottolinea poi come ci sia “un ricorso dei senatori in Cassazione su cui la Suprema Corte deciderà a fine maggio”. Per gli esponenti del centrodestra non è scontato che il Capo dello Stato firmi. Malan spiega che “uno dei motivi per cui il presidente della Repubblica potrebbe non firmare è la mancanza di copertura finanziaria, visto che la certificazione del ministero dell”economia è ridicola e fasulla”.