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Economia

Basta Natali e Pasque nei supermercati

Addio shopping e bentornata famiglia per i lavoratori del commercio in Friuli-Venezia Giulia in 10 festività

Dalla nuova legge regionale sul settore terziario ci si aspettava una decisa svolta sul tema dei negozi sempre aperti, anche nelle domeniche e nei giorni festivi. Il provvedimento, approvato oggi pomeriggio con una risicata maggioranza di 23 voti a favore (3 della Giunta più Pd, Sel, Cittadini) contro 11 astensioni (Barillari Gruppo Misto, Ncd, M5S, Autonomia Responsabile a eccezione di Dipiazza che ha votato no), 9 voti contrari (oltre a Dipiazza, FI, FdI/AN, Piccin Gruppo Misto, Lega Nord), dopo una consultazione delle forze politiche ha affrontato solo il tema delle festività, introducendo la chiusura obbligatoria in 10 giornate: 1 gennaio, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, 15 agosto,1° novembre, 25 e 26 dicembre. Il perchè lo ha spiegato il vicepresidente della Giunta regionale, Sergio Bolzonello, intervenendo alla fine del dibattito quasi per “giustificare” un provvedimento che si potrebbe definire quasi “attendista”: “Avevamo promesso di individuare una decina di giornate per dare un segnale chiaro: non è possibile avere una deregulation come quella attualmente vigente” ha affermato Bolzonello. “Vogliamo agire da stimolo nei confronti del Governo su questo tema, affrontato più volte ma mai risolto. È necessario legiferare prima possibile: noi l’abbiamo fatto, ci aspettiamo l’impugnativa ma resisteremo fino in fondo e vedremo il risultato finale”. Ma la legge non si limita ad affrontare la problematica delle chiusure. “Abbiamo lavorato in commissione e in aula senza preclusione verso nessuna proposta, accettando i contributi delle diverse parti e mettendo in moto un dibattito propedeutico al cambiamento complessivo della normativa di settore” ha affermato il vicepresidente.

Non da ultimo, a tenere banco era stato l’emendamento – alla fine stralciato per approfondimenti nella competente Commissione – del pentastellato Andrea Ussai che, inerente al contrasto alla dipendenza da gioco d’azzardo, chiedeva di imporre la rimozione delle slot machines negli esercizi pubblici entro due anni dall’entrata in vigore del provvedimento. Un tema, quello del gioco d’azzardo patologico e delle drammatiche conseguenze correlate, è stato fatto presente -, da troppo tempo rimandato da Giunta e maggioranza, tanto da far esprimere in tal senso consiglieri anche di centrosinistra. Respinto dalla Giunta, poi, anche l’ordine del giorno correlato al divieto totale di pubblicità dell’azzardo (14 gli ordini del giorno in tutto accolti, 2 i respinti).

Ecco, allora, astensione finale di Ncd perché resta il vulnus delle aperture domenicali dei punti vendita, ma il lavoro è stato nel suo complesso buono; per la Lega Nord le aperture domenicali e festive restano, invece, un punto di forte debolezza e quindi voto contrario; all’opposto, favorevole convinto il voto di Sinistra Ecologia e Libertà che intende ritrattare la questione con la revisione della legge regionale 29/2005 sul commercio; per Fratelli d’Italia/Alleanza Nazionale resta il tema politico di non aver visto l’opportunità di un’azione forte e urgente sulle chiusure, rinviando tutto a ottobre, perciò voto negativo; il Movimento 5 Stelle ha espresso perplessità alle norme puntuali, sebbene necessarie per salvaguardare alcuni Comuni, e ha ribadito la mancanza di coraggio sulle chiusure festive, da ciò voto di astensione; favorevole il Partito Democratico, che ha esteso il ragionamento a tutti i punti del provvedimento quale prima rivisitazione complessiva del commercio e semplificazione delle norme utili al terziario; nessuno nega si sia fatto un lavoro importante in alcuno passaggi, per Forza Italia, ma il coraggio di fare a braccio di ferro con il Governo per l’evoluzione del terziario non si è avuto, dunque contrarietà.

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