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Tiepolo e gli altri ci aspettano nel 2024

Questo giornale ha il merito di tener informati i suoi lettori, ogni settimana, sulle mostre d’arte e sulle manifestazioni culturali. È necessario, però, richiamare alla loro memoria, con altrettanta assiduità, i capolavori conservati nelle chiese del Friuli, che passano spesso inosservati sotto gli occhi dei fedeli, e altri che sono addirittura ignorati perché stanno nel Palazzo arcivescovile!

La statistica dimostra, infatti, che i visitatori più numerosi del Palazzo, sede del Museo Diocesano e delle Gallerie del Tiepolo, sono gli europei oltralpini e gli italiani transliventini: i friulani, ancora convinti che quel Palazzo sia la “cjase dal vescul”, cioè un’abitazone privata, se ne stanno alla larga, e così non godono di un grande tesoro culturale sulla porta di casa, formato dagli affreschi di Tiepolo e altri illustri pittori, dalla grande Biblioteca Delfiniana e dalla Galleria delle sculture lignee e di altre opere mobili, prodotte in secoli lontani per chiese e monasteri.

Le pareti e i soffitti dipinti da Tiepolo, Giovanni da Udine, Nicolò Bambini, Lodovico Dorigny, e i quadri di Palma il giovane, Nicola Grassi e altri, sono opere create per il Palazzo patriarcale e per la Biblioteca; le altre opere d’arte mobili provengono invece dal Museo Diocesano, inizialmente allestito nella sede del Seminario in Viale Ungheria, per sottrarre statue e dipinti ai rischi di furti e dispersioni, poi trasferite nel Palazzo patriarcale a partire dal 1976: fu mons. Alfredo Battisti che volle destinare ad abitazione dell’arcivescovo il piano alto della residenza, per accogliere nei piani bassi le collezioni museali.

Naturalemente non si trattò soltanto di spostare mobili da un piano all’altro: fu necessario un lungo lavoro di ristrutturazione che si concluse nel 1995 con l’apertura al pubblico del “Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo”, un unicum di valore internazionale.

In tal modo Udine aggiunse un tesoro privato alle altre collezioni d’arte aperte al pubblico, e divenne veramente la “Città del Tiepolo”, come recitava un fortunato slogan del 1971.

Il grande pittore veneziano, infatti,  ha lasciato opere straordinarie anche in Duomo, nella cappella della Purità e nei Civici Musei del Castello; ma fino al 1995 non c’era libero accesso ai capolavori dell’arcivescovado creati fra il 1725 e il 1730: La caduta degli angeli ribelli  dello scalone d’onore, il Giudizio di Salomone sul soffitto della Sala Rossa, Rachele nasconde gli idoli nella Galleria degli Ospiti, capolavori ben noti agli studiosi, ma fino ad allora esclusi alla vista del grande pubblico.

A partire dal 1995 i visitatori possono posare gli occhi non soltanto sui capolavori della pittura, ma anche sulle opere mobili del Museo, a partire dal pluteo preromanico in altorilievo dell’Incontro di Gesù con Marta e Maria, proveniente dalla Basilica di Aquileia: è’ da lì, al piano terra, che inizia il favoloso viaggio nella geografia della fede e della bellezza.

Nella galleria delle sculture al primo piano il visitatore rimane inizialmente folgorato dalla meravigliosa stattua di Sant’Eufemia in legno dipinto e dorato del 1350 proveniente da Segnacco;  incontra poi, da Sanguarzo di Cividale, il Crocifisso tabulato, del XIV secolo; da Vuezzis di Rigolato la Madonna con Bambino del XV secolo; da Enemonzo il duecentesco San Nicolò; da San Lorenzo di Buja la quattrocentesca Madonna con Bambino; da Artegna l’altorilievo della Dormitio Virginis del XV secolo, e da Tolmezzo l’Ancona lignea del 1488 di Domenico da Tolmezzo: opere che compongono, con altre qui non nominate, una delle più grandi raccolte di sculture lignee del mondo.

Naturalmente non è possibile neanche elencare i capolavori degli altri pittori e i tesori della Biblioteca – si pensi all’edizione originale della famosissima Enciclopedia di Diderot e D’Alembert, ad esempio -, e di altre  opere mobili: basterebbero le cinque grandi incisioni esposte nella Sala Rossa, dono del Re di Francia al Patriarca d’Aquileia, per attirare migliaia di visitarori…!

Ci auguriamo che almeno i lettori di questa pagina e i loro amici e parenti vogliano approfittare della vicinanza del tesoro per una visita indimenticabile.

 

Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo, Udine, Piazza del Patriarcato 1, tel 0432 25003, aperto dal mercoledì al lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

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