Impulsivo e tenace, mosso da grandi passioni come l’arte scultorea, la montagna e il volo, Giovanni Patat d’Artegna amava firmarsi come un maestro medioevale, dal nome del paese dove era nato nel 1928 e si è spento lunedì 12 febbraio.
Fin da bambino era stato avviato all’arte nel laboratorio lapideo dello zio Pietro Rizzotti dove aveva imparato a plasmare l’argilla, il gesso e la pietra, acquisendo una tecnica tradizionale e impeccabile. Qui aveva conosciuto le sculture di Troiano Troiani, di cui aveva ammirato il gigantismo, collaborando in seguito con gli scultori Antonio Franzolini, Max Piccini, Silvio Olivo, Edoardo Alfieri. Dopo un anno di emigrazione in Lussemburgo, aveva iniziato nel 1952 una attività autonoma, sposandosi nel 1965 con la sensibile Annina Piemonte, che sempre è stata amorevolmente al suo fianco.
Giovanni Patat ha vissuto della sua arte in una dimensione locale che chiamava “la mia verde prigione” espressione usata nella biografia pubblicata nel 2015. La sua scultura fu nei primi decenni figurativa: figure femminili, maternità, lavoratori tra cui minatori e scalpellini, rilievi e Via Crucis, ritratti e busti, giganteschi monumenti agli alpini come quello di Cervignano. Scolpì il volto de «La figlia del vento» (1954) direttamente nella roccia sulla sommità del monte Cuarnan. Dopo il 1976 la svolta informale: iniziò a scolpire gigantesche pietre di cui seguiva le sporgenze, i fori, le concavità paragonandole nella loro complessità a boccioli di rose. Grazie ai calcoli del figlio Ferdinando, astronomo di fama internazionale, le pietre inquadravano spesso le stelle e le orbite del sole, come si può vedere nel parco delle sculture di Artegna, vicino alla sua casa.
In rapporto al suo impegno e al suo lavoro, pochi sono stati i riconoscimenti pubblici tra cui le personali di Palmanova (2000), Artegna (2003), Buja (2005 e 2020), Udine (2011), ma numerosissime sono le sue sculture nelle collezioni regionali, nelle chiese, negli spazi comunitari e naturali. I funerali saranno celebrati giovedì 15 febbraio, alle14.30, ad Artegna nella Pieve di Santa Maria Nascente.
Gabriella Bucco