Quando parliamo della croce ci viene in mente subito la sofferenza, un’immagine dolorosa, una situazione di tormento o supplizio. Siamo capaci di identificare, con una certa immediatezza, tutte quelle croci che incontriamo nelle vicende personali, nostre o di altre persone, in particolare quando facciamo visita a qualcuno in ospedale o nelle comunità di disabili. O ancora, quando veniamo a conoscenza di famiglie che hanno perso alcuni familiari in incidenti stradali, sul lavoro o per malattia. Sono croci evidenti, tangibili, che molte persone portano con grande dignità senza far pesare la loro pena agli stessi familiari anche se indispensabili in certi momenti di maggiore difficoltà.
Gesù caricato della Croce, seconda stazione della Via Crucis, invita ciascuno a portare la propria croce dietro a lui per comprendere che la sofferenza, se vissuta con pazienza e amore oppure offerta per riparare ai tanti mali e cattiverie di questo tempo, ha un valore redentivo che ci associa al cammino di salvezza a cui Cristo con la sua passione, morte e risurrezione, vuole condurci.
Un aspetto che difficilmente emerge mentre meditiamo questa stazione è quello delle “Croci invisibili”. Ci stanno attorno, forse anche dentro noi, croci che non si vedono perché nascoste nell’animo umano: hanno a che fare con la parte interna del nostra esistenza, sono legate alle nostre situazioni di fragilità, di debolezza, alla nostra incapacità ad amare e lasciarsi amare ma anche a problemi connessi alla sfera psichica, a malattie dell’anima che il più delle volte sfociano nella depressione e nell’apatia.
Sono croci di cui è necessario parlare con delicatezza. Mentre per le “croci visibili” si può sempre essere samaritano, cireneo, aiuto a portare la croce, per le “Croci invisibili” tutto risulta più difficile perché la sofferenza è nascosta e pochissime persone la vedono o sono in grado di scorgerla.
Quante persone avremmo potuto aiutare se avessimo avuto occhi trasparenti per individuare e riconoscere queste croci nascoste, questi mali interiori, queste sofferenze pesanti e difficili da portare.
Gesù, attraverso questa stazione, ci aiuti a riconoscere e identificare non solo le croci visibili ma a renderci sensibili e capaci di farci prossimi a quanti sono oppressi da croci pesanti e molte volte invisibili.
Bruno Temil