«Fin da bambina ha sempre avuto un carattere di ferro». La sappadina Maddalena Sartor è una delle storiche amiche della neo campionessa del mondo di Biathlon, Lisa Vittozzi. Sono cresciute insieme e insieme hanno pure condiviso le scuole – elementari e medie – e lo sport con i colori dell’Asd Camosci Sappada, il sodalizio che dal 1980 ha fatto dello sci di fondo la propria bandiera, regalando all’Italia svariate medaglie di pregio, in particolare con Silvio Fauner e Pietro Piller Cottrer e, ovviamente, con la biathleta Vittozzi.
«Abbiamo la stessa età con solo 4 giorni di differenza e da sempre siamo amiche. Lei ha iniziato fondo un po’ più tardi di me, ma fin da subito ci ha messo una grinta incredibile. Ricordo le gare giovanili e in particolare i campionati italiani di biathlon fatti insieme: già allora si vedeva che era fatta di un’altra pasta». Sorride Maddalena al pensiero di quelle competizioni. «Ho tenuto duro fino alla terza media, poi ho capito che io e lo spirito agonistico non avevamo nulla in comune, mentre Lisa invece… Già allora si capiva che sarebbe arrivata in alto».
Maddalena, con un gruppetto di amiche comuni, non si perde una gara della sua beniamina. «Di solito la seguiamo in presenza nelle competizioni che si svolgono ad Anterselva – dice –; tutte le altre le guardiamo in tv». Così hanno fatto anche per i Campionati del mondo che si sono tenuti sulle nevi di Nove Mesto (Repubblica Ceca), dal 7 al 18 febbraio. Dove la “regina” di Sappada ha conquistato 4 podi, ovvero l’intero medagliere della Nazionale Italiana. «Quando restiamo a casa le facciamo comunque sentire la nostra presenza. Abbiamo costituito un gruppo su WhatsApp attraverso il quale commentiamo in diretta tutte le sue gare, ovviamente dandole anche consigli e sapendo che lei li leggerà solo a fine competizione, divertendosi ogni volta anche nel caso la gara non sia andata come voleva». Una parentesi goliardica, tra amiche (tutte con un passato sportivo nel mondo dello sci sappadino), divenuta ormai una tradizione irrinunciabile. «Anche per lei, spesso via da Sappada per mesi, soprattutto se le gare si svolgono lontano, rappresenta un momento di vicinanza». Un’occasione per sentirsi a casa. E per Maddalena e le “colleghe” di quello che è stato il primo fan club di Lisa – che ha anticipato quello ufficiale nato anni dopo –, è un modo per sostenerla. Sempre e comunque. «Siamo onorate di essere amiche di una campionessa del mondo. Di una persona con una grandissima forza mentale, dotata di una resilienza incredibile. È un esempio, perché non si fa mai abbattere da niente e anche nei momenti più difficili è sempre riuscita a reagire e a riemergere, nelle prove successive, se possibile ancora più forte di prima. Cerca sempre di dare il 110 per cento. E non importa che la carabina si inceppi, come è successo nella gara in cui ha vinto l’oro mondiale, oppure che un bastoncino si spezzi, cosa che può acca dere spesso. Lei ci mette, comunque, tutto quello che ha per recuperare il ritardo e a Nove Mesto lo abbiamo tutti visto bene…».
Poi il ricordo torna alle nevi della giovinezza. «Sono passati più di 15 anni durante i quali l’abbiamo vista crescere sportivamente in maniera esponenziale, conservando però quella che è una delle sue grandi virtù: l’umiltà, il mantenere sempre un profilo basso anche da campionessa, consapevole che i risultati arrivano solo dopo tanto impegno e sacrifici non da poco, suoi e dell’intero staff che la segue». È sempre stata così e, ammette Maddalena, è bello vedere che è ancora la Lisa conosciuta alle elementari. Ed è un orgoglio conservare ancora quelle magliette fatte stampare in suo onore, al tempo della fondazione del fan club privato, nato «quando la nostra amica ha partecipato, vincendoli, ai suoi primi mondiali da juniores, negli Stati Uniti. E allora nessuno sapeva chi sarebbe diventata. La “nostra” campionessa del mondo».
Monika Pascolo