Com’era mons. Riccardo Lamba, prossimo Arcivescovo di Udine, nel suo servizio da parroco? Lo abbiamo chiesto a un parrocchiano del “Gesù Divino lavoratore” – comunità che mons. Lamba ha guidato per sedici anni fino al 2018 – e a uno dei suoi collaboratori nella Parrocchia di San Ponziano, in cui mons. Lamba ha vissuto, da parroco, gli anni della pandemia.
Entrambe le testimonianze si leggono per esteso sul numero de La Vita Cattolica del 6 marzo 2024.
Sedici anni al “Gesù Divino lavoratore”
«Se dovessi fare una descrizione di don Riccardo verrebbe in mente una celebre frase di Papa Francesco: è un “pastore con l’odore delle pecore”». Sono parole di chi conosce bene il Vescovo Riccardo quando ancora era parroco nella comunità di Gesù Divino Lavoratore, nel quartiere Portuense, a pochi chilometri da San Paolo fuori le Mura. A pronunciarle è Angelo Faedda, che in quella Parrocchia «è nato, battezzato e cresciuto».
«Fintanto che è stato qui, don Riccardo era un riferimento centrale per la Parrocchia: i bambini della scuola materna gli si gettavano addosso per salutarlo, se riceveva una telefonata di un parrocchiano interrompeva qualsiasi cosa per andare incontro a quella persona», ricorda Faedda. Tratti che mons. Lamba non ha perso quando il suo servizio alla Chiesa lo ha portato lontano dal “Divino Lavoratore”.
Gli ultimi anni da parroco a San Ponziano
San Ponziano, altra realtà ecclesiale capitolina, è una Parrocchia enorme. Siamo a nord-est di Roma, quartiere Monte Sacro Alto-Talenti, circa ventimila gli abitanti: tre messe feriali, sette festive, officiate da sei sacerdoti (fino all’anno scorso erano sette). San Ponziano è una Parrocchia importante: nei suoi locali sorge uno dei principali empori della carità di Roma, che serve persone in situazioni di bisogno in un territorio ancora più vasto della Parrocchia stessa. San Ponziano è una delle Parrocchie in cui mons. Riccardo Lamba è stato parroco, dal 2018 e fino alla sua nomina a Vescovo ausiliare di Roma, avvenuta nel 2022. Un periodo breve, peraltro segnato dal dramma della pandemia. «Abbiamo vissuto insieme quei quattro anni» afferma don Carlo Cacciari, uno dei sacerdoti della Parrocchia. Accento bolognese, ma da diversi anni a Roma, don Carlo è tuttora collaboratore parrocchiale e insegnante di religione. «Durante il lockdown don Riccardo (lo chiamiamo ancora così) trasmetteva la Messa in diretta su Facebook. Andava sempre lui a fare la spesa, per non esporci a pericoli di contagio», ricorda. «È sempre stato attento a noi preti, come un padre. Era disponibile a servirci in ogni circostanza e certamente come Vescovo non cambierà questa sua caratteristica».