Più spazio in Rai per la programmazione in lingua friulana, cui va dato lo stesso sostegno di quanto ne hanno l’italiano e lo sloveno. E seguendo l’esempio di quanto si fa con Rai Ladinia per la minoranza ladina nelle province di Bolzano, Trento e Belluno. A chiederlo è il presidente della Società Filologica Friulana, Federico Vicario. La Filologica, assieme all’Assemblea della comunità linguistica friulana (Aclif), ha organizzato per giovedì 14 marzo, alle 17.30, a palazzo Mantica, in via Manin 18 a Udine, sede della Filologica, un convegno dal titolo “Rai tal Friûl – Le prospettive per la tutela nel servizio pubblico radiotelevisivo”.
Si tratta di un tema di attualità, anche perché, dopo il via libera, da parte della Commissione parlamentare di vigilanza al nuovo Contratto di servizio tra Ministero delle Imprese e Rai, si è in attesa del rinnovo delle convenzioni per la promozione e valorizzazione delle lingue minoritarie, tra cui il friulano.
Dopo i saluti introduttivi di Vicario e di Daniele Sergon, presidente dell’Aclif, si entrerà nel vivo dei lavori. Cristiano Degano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Friuli-Venezia Giulia, tratterà il tema “Rai e minoranze linguistiche del Friuli Venezia Giulia: un percorso che parte da lontano”. Mateo Taibon, giornalista ladino, racconterà i “Programmi e informazione in lingua ladina: l’esperienza di Rai Ladinia”. Le conclusioni saranno affidate a Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia. A questo proposito va ricordato che proprio il Consiglio regionale, lo scorso 1 febbraio, ha approvato all’unanimità una mozione in cui si chiede, tra l’altro, l’inserimento nella convenzione Rai per la lingua friulana dell’attivazione dei servizi di informazione quotidiana, sia radiofonici che televisivi.
Su la Vita Cattolica in edicola questa settimana, il presidente della Filologica Vicario spiega perché è importante una maggiore presenza della lingua friulana in Rai.