«Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli». È difficile comprendere la durezza con cui Gesù si rivolge alle donne di Gerusalemme che lungo la via dolorosa piangono al vederlo passare così sfigurato e sofferente. È quanto contempliamo nell’ottava stazione della Via Crucis. Le parole di Cristo non lasciano dubbi circa l’autenticità della Missione a cui è chiamato: fare la volontà del Padre. Anche a costo di essere trattato come un infimo, il più misero dei miseri.
Ma se trattano così il Figlio di Dio, che ne sarà di ciascuno di noi poveri mortali?
In effetti guardando le vicende della storia si può ben dire che l’Uomo è stato capace (e purtroppo lo è ancora) di violenze inaudite, inimmaginabili nei confronti dei propri simili arrivando a compiere addirittura carneficine pensando di essere padrone delle sorti non solo delle persone ma addirittura di Nazioni.
In un’altra occasione Gesù si rivolge con altrettanta durezza proprio a sua madre quando alle nozze di Cana mancava il vino. «Che ho da fare con te, donna? Non è giunta la mia ora» disse a Maria. Lei non rispose, ma nel suo cuore sapeva che Gesù sarebbe intervenuto per salvare lo sposalizio. Anche oggi Maria, di fronte a tanto male e all’incapacità dell’uomo di evitare i conflitti e le sopraffazioni, continua a rivolgere le sue amorevoli parole: «fate quello che lui vi dirà!»
Gesù, come alle donne di Gerusalemme, ci dice che la vera commozione deve portarci a vivere il Comandamento più grande, che è l’Amore, a Dio e al prossimo. In questo tutto viene riappacificato e allora non ci sarà più pianto né lutto, non ci saranno più guerre o conflitti, non ci saranno più divisioni o ingiustizie. L’Amore più grande è fare la volontà di Dio.
Bruno Temil