Nei primi decenni del Novecento, negli anni a ridosso della fine della Prima guerra mondiale, in alcune zone della regione – in particolare a Fossalon, frazione del comune di Grado, e nella Bassa Friulana – si avviò la coltivazione del riso. Un’operazione mossa da un doppio intento: da un lato poter disporre di un nuovo prodotto da commerciare, dall’altro bonificare ampie porzioni di acquitrini paludosi, trasformandoli in aree fertili e abitabili. Per molto tempo, dunque, anche in Friuli-Venezia Giulia fecero la loro comparsa le cosiddette “mondariso”, braccianti stagionali che si dedicavano ad un lavoro piuttosto duro e impegnativo. Ore e ore trascorse sotto il sole torrido, immerse con le gambe nell’acqua, mal retribuite e spesso vittime di molestie e vessazioni da parte dei padroni, le lavoratrici provenivano anche dal Veneto. Al tempo c’era molta povertà e per alcune di loro – nelle cui famiglie spesso alla guerra non erano sopravvissuti uomini – l’impiego nelle risaie rappresentava l’unica sussistenza. Per una quarantina di giorni – dormendo a sera in casermoni vicini alle coltivazioni, in zone piene di zanzare e insetti di ogni tipo – il loro compito era piantare il riso e tenere pulite dalle erbacce le piantine.
La loro storia, di recente, è diventata uno spettacolo inserito nella stagione teatrale Ert (Ente regionale teatrale del Fvg): si tratta de “Le mondine di Fossalon e della Bassa Friulana”, nuova produzione dell’Associazione Grado Teatro che ha debuttato proprio a Grado, all’Auditorium Biagio Marin, in occasione della Giornata internazionale delle donne, e che ora – fino a fine 2024 – sarà proposta per una decina di repliche in altre località della regione. Il 15 aprile arriverà ad Aquileia portando in scena la durezza del lavoro quotidiano, spesso affrontato cantando. «Il canto è l’elemento centrale di questo “musical” nostrano che ci rimanda ad un tempo passato e difficile della nostra storia, ma in cui ci si batteva per creare una società più giusta ed equa – ha raccontato a Radio Spazio il regista Giorgio Amodeo, che ne è anche l’autore insieme a Tullio Svettini e con i contributi di Elvio Zuppet –; i brani, vivacemente allegri e politicamente impegnati delle mondine rappresentano oggi un eccezionale patrimonio». E i canti sono proprio la particolarità che caratterizza lo svolgersi dello spettacolo. «Avevano la funzione di dare il ritmo al lavoro le cui gesta venivano svolte insieme, e “raccontano” pure un mondo di sacrificio per il miglioramento della propria condizione sociale, rimandando a valori passati molto importanti di cui spesso ci dimentichiamo».
La storia delle mondariso friulane è il terzo capitolo di una trilogia portata in scena da “Grado Teatro”, grazie al regista, attore e autore Amodeo, e dedicata agli antichi mestieri femminili. L’avvio nel 2019 con “Le anciughere” – lavoratrici degli stabilimenti ittici che si occupavano di inscatolare sardine e acciughe –, e proseguita nel 2022 con “Le tabacchine” che producevano sigarette nelle manifatture di tabacchi. Ora, dunque, il musical sulle mondine con sul palco Livia Bianchet, Luigina Bonetti, Cinzia Borsatti, Sandra Buttignon, Fulvio Clemente, Nausicaa Dell’Ara, Stefano Gaddi, Emanuela Liberto, Lucia Macor, Anna Scire’, Tullio Svettini e i musicisti Gilberto Leghissa, Andrea e Luciano Cicogna (per informazioni sulle date degli spettacoli: www.ertfvg.it).
Monika Pascolo e Valentina Pagani