Cosa c’è di più bello in Friuli di un campanile per identificare un luogo o una comunità? Lo guardi da lontano e subito sai dove ti trovi. Naturalmente costruire un campanile (o una chiesa ) è sempre stata un’opera titanica, ma allo stesso tempo, una volta ultimata, era motivo d’orgoglio per tutti.
Il campanile di Coderno – che in questi giorni festeggia il secolo di vita – è la dimostrazione della forza e dei grandi risultati che si possono ottenere con una comunità unita. All’inizio, quando il nuovo cappellano donA Adamo De Simon propose alla popolazione di mettere mano al campanile, in parte pericolante e senza le campane asportate dagli Austriaci durante la Grande Guerra, si trovò di fronte un paese spaccato, incerto, diviso da vecchie fazioni e certamente condizionato anche dai gravi avvenimenti bellici. Adesso non sappiamo se fu tutto merito del sacerdote e degli uomini che seppe scegliere; fatto sta che l’opera, iniziata nel settembre 1923, fu completata in brevissimo tempo. Già a dicembre i lavori fondamentali erano finiti; mancavano le campane.
Una serie di casi fortuiti le mise a disposizione. Alla fonderia De Poli erano in deposito 5 campane ordinate dalla comunità di Alleghe, ma queste non furono mai consegnate per una norma del governo Mussolini. Se il paese del bellunese non poteva avere le sue campane, al parroco e alla commissione da lui scelta le campane sembrarono “ad hoc” per Coderno; quindi, viste, misurate, ascoltate e piaciute. Per il saldo tempo tre anni. In breve, tre carri si recarono alla fonderia per il carico e tutta la popolazione di Coderno si portò fino a San Marco. Qui fecero salire sui carri, accanto alle campane, i più vecchi del paese e, in colonna, con le bandiere al vento si raggiunse la chiesa. Al “Gloria” del Sabato Santo del 19 aprile 1924 le campane fecero sentire per la prima volta la loro voce.
In tutta questa storia merita un cenno anche quel capomastro, incaricato di guidare l’attività dei muratori e dei volontari. Giuseppe Di Lenarda, alias Bepo di Coder, alias Bepo Cjampanil, alias Bepo dal Tor che divenne famoso prestando la sua opera e la sua genialità di ingegnere senza laurea nella costruzione di chiese, campanili e opere civili in svariate località del Friuli. In pratica la costruzione del campanile nel suo paese natale fu la rampa di lancio verso una serie di costruzioni che ancora testimoniano la sua versatilità.
In questi giorni Coderno non festeggia solo i 100 anni del suo campanile, ma anche i lavori di manutenzione e di ulteriore scavo in profondità del pozzo che forniva, fino agli anni ‘50 del Novecento, l’acqua potabile alla comunità. Ancora un anniversario, anche se meno importante, datato 1964; elettrificazione delle campane e dell’orologio sulla torre. Prima, ogni mattina, il sacrestano o chi per lui doveva farsi tutte le scale del campanile e con una manovella caricare le molle dell’orologio. È doveroso, dunque, ricordare questi episodi fondamentali nella vita di un paese e parte integrante della sua storia e degli importanti traguardi che gli abitanti hanno raggiunto con concordia e unità di intenti.
Per ricordare la storia del campanile, le sue vicissitudini nel tempo e la vita che alla sua ombra si è snodata in questi anni, sabato 13 aprile, alle 18, in chiesa si terrà un incontro per tutta la popolazione.
Pier Giuseppe Di Lenarda