Il gioco come strumento capace di favorire la crescita dei neonati e la loro relazione con i genitori, supportando quelle mamme e quei papà che – come purtroppo capita spesso nella società di oggi – si trovano soli e stanchi nel momento dell’arrivo di una nuova vita. Si basa su questo presupposto il progetto “GIOCHIamo”, realizzato grazie alla collaborazione tra il Centro di aiuto alla Vita (Cav) e il Comune di Udine, premiato con l’Oscar della salute 2024, conferitogli a fine maggio a Bologna, nell’ambito del 21° Meeting della Rete Città Sane-Oms.
Il progetto, spiega Elisa Gasparotto, responsabile del Cav, «è nato dall’idea di trovare un mezzo che potesse veicolare, all’inizio della relazione tra genitori e bambini (da 0 a 3 anni), i concetti di salute, prevenzione, benessere. Il Comune aveva intenzione di avviare un progetto sulla genitorialità e noi, che avviciniamo un grande numero di neo mamme, abbiamo strutturato l’attività, coinvolgendo le nostre competenze: l’ostetrica del Cav, specializzata anche in alimentazione e sviluppo neonatale, e la psicomotricista. Abbiamo così creato un percorso che accompagni le tappe di sviluppo del bambino e che, nello stesso tempo, sia insegnabile facilmente ai genitori». «Spesso – prosegue Gasparotto – alcuni genitori hanno la tendenza a precorrere le tappe evolutive del bambino; altri invece, specialmente quelli che provengono da culture del Nord Africa, tendono a non seguirli ritardandone lo sviluppo, con il rischio che arrivino all’età scolare con problemi».
Il progetto, insegnando alcune tecniche di gioco, ha aiutato i genitori a riconoscere le competenze del proprio bimbo. Il progetto si è tenuto una prima volta nel 2022-2023 e la seconda nel 2023-2024, coinvolgendo ogni volta una sessantina di nuclei genitore-bambino, «soprattutto mamme, ma anche qualche papà», afferma Gasparotto. «I risultati sono stati bellissimi – prosegue – portando serenità nei partecipanti. Il 70% era costituito da stranieri, gli altri erano italiani, il che ha creato una bellissima contaminazione di stili educativi e approcci alla genitorialità».
Alcuni dei partecipanti sono stati inviati dai Consultori, altri sono arrivati su base volontaria, «soprattutto donne, che hanno visto in tale progetto un modo per uscire da quell’isolamento in cui spesso vivono la prima parte della propria maternità e per incontrare altre donne in un contesto curato».
L’attività – che si svolgeva nella casa di accoglienza del Cav di viale Venezia – durava 50 minuti a incontro in uno spazio predisposto con materiali di gioco semplici, spesso fatti a mano, in modo che i genitori potessero replicarli a casa. Si partiva dal gioco libero e poi la psicomotricista interveniva con consigli per aiutare il bambino a conoscere il proprio corpo e lo spazio. «L’obiettivo – precisa Gasparotto – è vedere il proprio figlio così com’è cercando di svilupparne le potenzialità, ovvero passare dal “bambino ideale” al “bambino reale”».
Visti i buoni risultati e la partecipazione, il Comune di Udine ha deciso di candidare “GIOCHIamo” all’Oscar di Città Sane che l’ha premiato per la sua replicabilità, l’impatto economico sostenibile e l’essere stato realizzato in rete con altri enti – Ospedale, Gervasutta, Centro vaccinale, asili – che sono stati coinvolti per i casi che ne avevano necessità. Il premio è stato ritirato dall’assessore comunale alla Salute ed Equità sociale, Stefano Gasparin, insieme a Gasparotto e alle professioniste che hanno partecipato al progetto.
L’intenzione è di ripartire a settembre. «Ci auguriamo – conclude Gasparotto – che il Comune possa rifinanziare il progetto ed anche estenderlo a bambini fino a 6 anni. Il territorio esprime una forte richiesta di iniziative a sostegno della maternità e della genitorialità».
Stefano Damiani