«Il compito che hanno i cristiani è gettare i semi». Con un richiamo alla nota parabola evangelica del seminatore, l’arcivescovo Riccardo Lamba è intervenuto all’incontro conclusivo della SPES, la Scuola di Politica ed Etica Sociale dell’Arcidiocesi di Udine, svoltosi lunedì 10 giugno a Udine. Un appuntamento straordinario, non previsto, convocato dal direttore della SPES, Luca Grion, su invito dello stesso mons. Lamba. E proprio il presule è intervenuto alla conclusione dell’incontro, tracciando ai circa quaranta corsisti presenti un quadro sintetico sulla missione della Scuola sociopolitica diocesana. «Nel Vangelo di Marco – ha detto l’Arcivescovo – le prime parabole riguardano un seminatore e un granellino di senape. È evidente l’invito a gettare semi buoni, anche nel nostro tempo». Oltre ai già citati corsisti dell’edizione appena conclusa, all’incontro di lunedì erano presenti anche diversi membri del Comitato scientifico della SPES: da Silvio Brusaferro a Renata Della Ricca, da Mattia Mestroni a Giuseppe Graffi Brunoro e Roberto Molinaro.
Un anno positivo. Guardando al prossimo
L’incontro conclusivo della SPES – nella sua edizione del decennale – si è aperto con la presentazione dei risultati dell’itinerario 2023-2024 della Scuola da parte del suo direttore, Luca Grion. Ben 73 le persone iscritte al percorso, oltre ad alcuni uditori. Quattordici gli appuntamenti dell’anno, tra politica e partecipazione, interiorità e conflitti, tecnologia e temi emersi dopo la pandemia. «Il riscontro dato dai corsisti è stato generalmente molto buono – ha affermato Grion – con il 92% di pareri positivi sui contenuti e sul metodo». Tra i temi meritevoli di maggior approfondimento, a detta dei corsisti stessi, in primo piano le due complesse sfide della comunicazione e la gestione delle fragilità sociali e psicologiche. Tra i punti toccati dai corsisti, inoltre, vi è il desiderio di approfondire la genesi e la gestione dei conflitti internazionali e un affondo sul ruolo dell’Europa. Grion ha infine ringraziato «tutti i vari sostenitori della Scuola, da chi finanzia a chi promuove il percorso formativo. L’intento è quello di fare rete il più possibile».
Il difficile coinvolgimento dei giovani
Tra i punti critici, i corsisti hanno evidenziato una cronica sofferenza nel coinvolgimento dei più giovani, nonostante da due anni gli incontri della SPES trovino spazio nei locali dell’Università di Udine e, tra le varie partnership, figurino anche una sempre feconda collaborazione con l’Arcidiocesi, nei suoi uffici di Pastorale giovanile, per la scuola e per le comunicazioni sociali. «Al di là della difficoltà, fa piacere – ha ricordato Grion – vedere che la più giovane sindaca eletta nella recente tornata elettorale, la ventiquattrenne Sara Tosolini di Treppo Grande, abbia frequentato tre edizioni della SPES». Un tema, quello dei giovani, su cui è intervenuto anche lo stesso mons. Riccardo Lamba, traendo spunto ancora una volta dal Vangelo: «Sono convinto – ha detto il presule – che in tutte le situazioni il Vangelo si stia riattualizzando qui e ora. Pensiamo agli apostoli: erano dodici e c’era solo un giovane. Non dobbiamo fare le cose perfette – ha ricordato –: anche il Vangelo, con la sua forza, è avanzato piano piano, per passaparola come fate voi tra amici, insegnanti, colleghi. Senza passaparola non funziona. Come nel Vangelo, tra Andrea e suo fratello Pietro». «Credo molto – ha affermato inoltre l’Arcivescovo – al tema della rete, ossia mettere in contatto le persone».
Lamba: «Puntiamo sulla qualità e curiamo la libertà»
Forte della sua esperienza di parroco e, prima ancora, di cappellano universitario alla “Cattolica” di Roma, mons. Riccardo Lamba ha esortato ad «Avere fiducia. Non tanto nelle nostre capacità organizzative, ma nei contenuti autentici e profondi. I giovani imparano ad apprezzare i messaggi veri, quindi la qualità di una proposta. E poi – ha affermato ancora – c’è un altro elemento sostanziale, ossia la libertà. Gli uomini e le donne si educano prendendosi cura di loro e della loro libertà».
L’Arcivescovo, che si è detto positivamente colpito dal clima e dalla qualità degli interventi, si è rivolto un’ultima volta ai presenti: «Grazie davvero per i vari interventi, interessanti e interessati oltre che intelligenti. Sono realmente interessato a starvi vicino come posso, nel confronto e nei contatti». Prima di lasciarsi andare a una (significativa) battuta finale: «Vi dico però una cosa: non consideratemi “padrone di casa” qui alla SPES. Questa casa è della Chiesa, di tutti noi».
Giovanni Lesa