Passa per Udine l’impegno delle Università italiane per uno sviluppo sostenibile e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Si è tenuto, infatti, nel capoluogo friulano, martedì 11 e mercoledì 12 giugno il confronto nazionale “Le Università per lo sviluppo sostenibile del Paese” che ha visto riuniti i rappresentanti di oltre 50 atenei della Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (Rus). Due giornate nelle quali ci si è confrontati su buone pratiche, risultati, modi per massimizzare l’impatto delle azioni messe in atto dagli atenei, ma soprattutto si è redatta la nuova edizione del “Manifesto 2024” delle Università per lo sviluppo sostenibile del paese.
Sono molte le pratiche per la sostenibilità messe in campo da tempo dall’Università di Udine e che iniziano ad essere prese ad esempio da altri atenei. A partire dal “Portale del riuso”: «Da circa tre anni – ha raccontato Salvatore Amaduzzi, delegato per la Sostenibilità dell’Università di Udine – tutto il materiale dismesso dall’Ateneo non viene più portato in discarica, come accadeva prima, ma messo a disposizione di una rete di un centinaio di scuole e circa 150 associazioni no profit che, tramite un portale, possono ricevere gratuitamente il materiale. Fino ad oggi abbiamo distribuito qualche migliaio di oggetti, tra computer, tastiere, mobili, sedie, armadi.
Altra esperienza importante che vede l’Università di Udine come pioniera in Italia è il progetto “Casa-lavoro in bici”. «La Regione – ha raccontato Amaduzzi – ha finanziato il nostro Ateneo affinché attrezziamo le sedi con rastrelliere coperte, colonnine di ricarica per bici elettriche. Stiamo ordinando il materiale, con l’obiettivo di realizzare le opere per ottobre. Il secondo passo sarà l’attivazione di un incentivo economico ai dipendenti che sceglieranno di lasciare l’auto a casa e venire a lavorare in bici.
L’articolo completo, con tutte le buone pratiche per la sostenibilità dell’Università di Udine sul numero di Vita Cattolica in edicola questa settimaa.
