“Siamo convinti che un uomo come questo, che ha voluto frapporsi tra persone per porre termine alla violenza è un uomo che il Vangelo direbbe ha fatto la volontà di Dio. E lui sicuramente è tra le braccia di Dio”. L’ha detto l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, all’uscita dalla sala Ajace dove oggi il Comune di Udine ha allestito la camera ardente che ha accolto il feretro di Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese residente in città, morto per le lesioni riportate in seguito a un’aggressione subita nel centro cittadino per aver cercato di sedare una rissa nella notte del 22 giugno.
Centinaia di cittadini udinesi si sono messi in fila oggi per entrare in sala Ajace, dove l’amministrazione comunale ha allestito la camera ardente che ha accolto il feretro di Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese residente in città, morto per le lesioni riportate in seguito a un’aggressione subita nel centro cittadino per aver cercato di sedare una rissa nella notte del 22 giugno.
Ad accogliere la salma c’erano il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, il vicesindaco Alessandro Venanzi, l’assessore regionale Barbara Zilli ed il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Dopo la deposizione di una corona di fiori ai piedi della bara, le autorità sono rimaste in per alcuni minuti in raccoglimento.
Poco più tardi è arrivato l’arcivescovo mons. Lamba, soffermandosi anch’egli in preghiera e poi benedicendo la bara. «È un’esperienza molto profonda il fatto di ritrovarsi tra persone di culture diverse, di religioni diverse, per pregare in una situazione così drammatica – ha riflettuto l’Arcivescovo rispondendo ai giornalisti – per pregare per questa persona morta in modo così tragico, ma anche per la sua famiglia, per tutta la comunità a cui apparteneva e poi anche per le persone che si sono rese colpevoli di questo crimine. Credo che sia necessario pregare per tutti e poi rimanere in silenzio. Da credenti c’è una prospettiva della vita eterna».
E la comunità cristiana, come deve reagire di fronte ad eventi di violenza come questo? «A partire da quest’esperienza – ci ha risposto l’Arcivescovo – dobiamo imparare a donare amore, lasciandoci pervedere dall’amore di Dio e così andare oltre». «Dobbiamo guardare anche – ha proseguito mons. Lamba – a tutte le violenze che ognuno di noi porta nel suo cuore verso gli altri, magari nel mondo del lavoro, nella famigla, nello sport. In tante situazioni esprimiamo aggressività e violenza, credo anche nostro malgrado, e non sempre ci rendiamo conto delle conseguenze sugli altri. Però appena il Signore ci lascia intravvedere che ci stiamo avvcinando a questo atteggiamento, dobbiamo lasciarci riempire dal suo amore che è l’unico capace di andare oltre la morte, che è il prodotto di quest’aggressività».
Il ministro Ciriani: «Proporrò un’onorificenza da parte del Governo»
Il ministro Ciriani, rispondendo ai giornalisti, ha fatto sapere che “cercherò di proporre un’onorificenza da parte del governo, delle istituzioni, alla memoria di Shimpei Tominaga, proprio per testimoniare l’apprezzamento del governo e delle istituzioni per quello che ha fatto questa persona, che ha dato una lezione di senso civico e di senso del dovere”, ha affermato il ministro Ciriani all’uscita dalla Camera ardente. “Vedremo in che modo – ha aggiunto il ministro – ma sicuramente cercheremo di rendere omaggio anche con un riconoscimento pubblico, al gesto che ha compiuto questo signore, che è venuto dal Giappone a morire qui in Friuli. Ho già parlato con Palazzo Chigi per vedere come fare”.
In tema di sicurezza Ciriani ha spiegato che “l’impegno del governo è impedire in modo assoluto che esistano zone franche sottratte alla legalità dello Stato e se qualcuno pensa che questo sia possibile, riceverà molto presto la risposta che si merita. Il primo passo per risolvere il problema è non nasconderci che il fenomeno della violenza e della criminalità va affrontato di petto”.
Ciriani ha sottolineato che la reazione del governo alla morte di Tominaga è stata immediata: “Il ministro degli Interni Piantedosi ha già inviato nuove forze dell’ordine, poliziotti e carabinieri, e poi c’è la presenza dell’Esercito, e il questore e il prefetto sono stati direttamente coinvolti dal ministro perché la tutela della cittadinanza sia massima”, ha evidenziato. “Bisogna prendere atto che Udine non può cambiare pelle o fisionomia – ha continuato – è una città civile; questo episodio ha sporcato l’immagine del Friuli, è una macchia da cancellare in fretta, dimostrando subito quello che siamo: una città civile e un popolo di persone per bene”. Il ministro è poi tornato a parlare della vittima: “Siamo qui a rendere omaggio a una persona per bene, a un uomo coraggioso, a un eroe del senso civico, e per esprimere la vicinanza e il cordoglio del governo”. “Sul piano personale – ha concluso il ministro – devo aggiungere una nota di vergogna per quello che è accaduto: ai familiari non è facile spiegare che una persona per bene venuta dal Giappone ha trovato la morte in Friuli per mano di bande criminali. E il Friuli non può essere rappresentato da questo”.
Zilli: «Non più rinviabile una riflessione sulla sicurezza»
“Oggi la Regione è presente a Udine – ha detto, l’assessore regionale al Bilancio, Barbara Zilli – per esprimere ai familiari di Shimpei Tominaga il proprio cordoglio e confermare loro la vicinanza dell’intera comunità del Friuli Venezia Giulia. Questo è il momento del silenzio e del rispetto ma quanto accaduto dimostra inequivocabilmente come non sia più rinviabile una profonda riflessione sulla sicurezza e sull’escalation di fenomeni di violenza che sta colpendo le nostre città. Oltre alle attività di controllo, è infatti necessario che tutte le istituzioni operino congiuntamente per rafforzare la cultura della legalità soprattutto tra i più giovani”.
De Toni: «Chiediamo al Governo più agenti di Polizia»
È stato il Comune, dunque a volere la camera ardente. “Abbiamo pensato – ha affermato a margine il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni – che fosse il modo migliore per omaggiare il ricordo di Tominaga. C’è tanta gente, tanti fiori, tanta emozione. Domani manderò anche una lettera all’ambasciatore giapponese a Roma, come segno di condoglianze dell’intera città, per questo cittadino che aveva la doppia cittadinanza ed era un esempio di come si possa stare con nazionalità diverse in paesi diversi con grande capacità di produrre valore. La sua è stata una testimonianza importante. Quindi mi sembra doveroso anche rendere noto all’ambasciatore il nostro stato d’animo di grande riconoscenza a Tominaga”.
De Toni ha aggiunto che “ribadiamo la richiesta già fatta” al Governo “di riportare il numero di agenti della Polizia di Stato ad una situazione di adeguatezza alla città. Lunedì abbiamo l’incontro con il prefetto e assieme anche al Questore decideremo se è opportuna una presa di posizione della città”.