«Che tutta la città di Udine si fermi per celebrare i suoi Santi Patroni vuol dire aprirsi a tutti i credenti attivamente presenti nelle nostre comunità ma anche, più in generale, a tutti coloro che operano il bene, sia a livello istituzionale sia a livello del volontariato civile. I Santi Patroni sono occasione per fare unità in tutto il territorio». Così l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, intervistato da Vita Cattolica e Radio Spazio, alla vigilia delle celebrazioni per la solennità dei Santi Ermacora e Fortunato, le prime sotto la sua guida (giovedì 11 luglio alle 20.30 in Cattedrale i primi vespri della vigilia e venerdì 12 alle 10.30 la solenne Eucaristia e benedizione della città).
«I martiri sono testimoni e la testimonianza non si fa tra di noi, non solo – ha proseguito l’Arcivescovo –. La testimonianza vale anche per il mondo. Gesù lo dice nel Vangelo: la luce non è fatta per essere messa sotto il tavolo, ma per essere esposta perché tutti, illuminati da quell’unica luce, possano rendere Gloria a Dio. Noi dobbiamo far sì che la verità del Vangelo possa raggiungere anche altri».
Nell’ampia intervista a cura di Valentina Zanella, pubblicata sulla Vita Cattolica del 10 luglio 2024 – di cui qui pubblichiamo un estratto – mons. Lamba ha tra l’altro descritto la sua prima impressione sulla Chiesa friulana. In due mesi di episcopato, dal 5 maggio 2024, l’Arcivescovo ha infatti avuto modo di incontrare molte persone: laici, religiosi, clero.
«Mi ha colpito l’aver trovato una Chiesa molto viva, vivace con tante espressioni significative, sia nelle realtà parrocchiali, sia nelle realtà non parrocchiali, nel mondo dell’associazionismo, della cura delle persone fragili… – ha osservato il presule –. Mi sembra di capire che c’è anche tantissimo bene che non si conosce. La condivisione del bene è uno degli aspetti più importanti della vita cristiana perché così possiamo ringraziare il Signore tutti insieme del bene che si sta diffondendo e nello stesso tempo imparare qualcosa anche dagli altri».
«Sarebbe bello – ha aggiunto l’Arcivescovo – che tutti potessero sapere che anche altri stanno vivendo esperienze di servizio, di promozione umana, esperienze belle di vita comunitaria, di preghiera. E poi credo che in alcuni momenti in cui fare il bene è anche faticoso e comporta sacrificio, sapere che altri stanno perseverando ci può incoraggiare. Credo che nei prossimi mesi dovremmo aiutarci l’un l’altro. E poi, proprio attraverso la reciproca conoscenza, aiutarci anche a condividere risorse, energie, competenze, disponibili allo Spirito Santo che ci illuminerà e ci condurrà ad ampliare il bene che già facciamo».
Nell’intervista mons. Lamba ha anche commentato la visita e le parole di Papa Francesco a Trieste, a conclusione della Settimana sociale dei cattolici, e ha anticipato alcune considerazioni sul prossimo anno pastorale, che «sarà orientato verso il Giubileo del 2025» e avrà come orizzonte il tema della Speranza.