All’indomani della grande paura, e delle nubi d’incenso indirizzate al salvifico Davis per l’unico suo gol stagionale valso all’Udinese il trentesimo campionato consecutivo in serie A, partecipando a una trasmissione di Radio Spazio ebbi a dire con convinzione: “Ci sarà un prima e un dopo. Questa sconvolgente stagione, salvata per un pelo, genererà una svolta epocale”.
Ma, calati come siamo nel piccolo mondo friulano, avvinghiati alla nostra storia e a modelli e rapporti che ci sono sempre apparsi virtuosi all’insegna del “piccolo è bello”, insomma con visioni di romantica prospettiva piuttosto che di pragmatismo spinto, mai avremmo immaginato che l’Udinese virasse di 180 gradi, con azzeramento totale del pregresso, per imboccare una via all’insegna dell’esterofilia totale sia nella gestione generale sia tecnica. Riassumendo: ufficializzata l’indissolubilità della connessione con il Watford; sede decisionale a Londra, lontano dal Friuli, sotto l’unico comando di Gino Pozzo e la supervisione di Gian Luca Nani, dirigente di lungo corso tra Italia e Inghilterra, di cui Gokhan Inler sarà il referente sulla piazza udinese come direttore sportivo. Staff di campo tutto straniero, neppure Pinzi ha salvato il posto.
Nessuna concessione alla tifoseria, che pure ha recitato una parte attiva e virtuosa nel trascinare la squadra alla salvezza, la quale avrebbe gradito la conferma di Fabio Cannavaro (decisivi i suoi 9 punti nelle ultime 5 partite) come personaggio di riferimento, figura conosciuta e amata capace di aggregare. No, troppo ingombrante l’ex campione del mondo, magari con legittime pretese di mettere il becco nelle scelte tecniche. Tipi così non sono mai piaciuti all’Udinese, dove linee e strategie di Gino Pozzo sono legge. Ecco, allora, l’uomo che non t’aspetti: Kosta Runjaic, 53 anni, austro-tedesco di origini croate che nelle ultime due stagioni ha allenato il Legia Varsavia.
Viene da pensare a Julio Velazquez, che nel luglio del 2018 planò speranzoso a Udine per un progetto altrettanto rivoluzionario. “Basta fisicità, voglio vedere giocare a calcio” motivò la scelta Pozzo jr riferendosi alla scuola spagnola. E il buon Julio ci mise del suo: “Conquisteremo i nostri tifosi, li faremo divertire”. Guarda caso, sono le stesse identiche parole pronunciate in queste settimane sia da Gino sia dal nuovo tecnico. Il giovane Velazquez ballò per sole 12 gare e 9 punti prima di essere rispedito in patria. A lume di naso Runjaic non dovrebbe fare la stessa fine: ha tanta gavetta alle spalle, non gli sono mancati i risultati sia in Germania che in Polonia, il mix di estro slavo e rigore tedesco ne fanno un gestore affidabile e condottiero duttile nelle scelte tecniche. Pare che si affiderà al modulo 3-4-2-1 secondo un credo calcistico ispirato a Jurgen Klopp e prima ancora al nostro santone Arrigo Sacchi. Tre i punti chiave -ha detto – per arrivare a una squadra dallo stile subito riconoscibile: controllo del gioco, intensità, organizzazione.
Belle parole, concetti condivisibili, non fosse che in campo ci vanno i giocatori e la maggioranza di quelli che abbiamo visto nella passata stagione non sembra all’altezza di una rifondazione. “Devi spendere” gridavano i nostri tifosi all’indirizzo di Pozzo jr, subordinando il fervore da abbonamento all’allestimento di una squadra presentabile.
La filosofia di base non cambierà. “Seguiteremo nella strategia di scoprire e inseguire giovani di talento in ogni parte del mondo, secondo un modello di scouting che Gino Pozzo è stato tra i primi a perseguire” ha dichiarato Nani alla presentazione. Senza che nessuno facesse notare che la fonte pare essersi inaridita se negli ultimi anni l’Udinese non è che abbia scoperto fenomeni, meno che mai nel rapporto col Watford: una ventina di giocatori sono stati travasati a Udine, alcuni dei quali con contratti pesanti per le casse bianconere.
La situazione si sta alleggerendo dopo la rescissione, per esempio, con Deulofeu, e la rinuncia a Pereyra, mentre sarà dura liberarsi di elementi come Kabasele o Kamara (pagato 19 milioni!). Come dire che Pozzo jr, anche dopo la cessione di Walace e quella probabile di uno tra Bijol e Samardzic, disporrà di un budget sostanzioso per consegnare a Runjaic qualche elemento necessario a innalzare il livello qualitativo della squadra.
Rivedremo Lucca, si confida nella conferma di Thauvin da trasformare in capitano, c’è curiosità per la novità della giovane punta Pizarro.
Sarebbe sfizioso ammirare in bianconero il golden boy Pafundi, celebrato ispiratore dell’Under 19 azzurra. Ma in questo caso, purtroppo, il pallino non ce l’ha più in mano l’Udinese.
Ido Cibischino