È iniziato il conto alla rovescia per l’appuntamento che ogni sportivo sogna. A Parigi, da venerdì 26 luglio (sono in programma la cerimonia di apertura e le prime partite dei tornei di calcio e rugby) a domenica 11 agosto – a 100 anni esatti dall’ultima volta che la città ha ospitato l’evento –, andranno in scena i Giochi olimpici estivi, edizione numero XXXIII, con 32 discipline in gara. L’Italia sarà presente con 403 atleti e 16 di questi stanno per partire dal Friuli-Venezia Giulia. Si tratta di Michela Battiston (scherma), Luca Braidot (ciclismo), Stefania Buttignon (canottaggio), Elena Cecchini (ciclismo), Jana Germani (vela), Alice Gnatta (canottaggio), Jonathan Milan (ciclismo), Manlio Moro (ciclismo), Mara Navarria (scherma), Alex Ranghieri (beach volley), Matteo Restivo (nuoto), Giulia Rizzi (scherma), Antilai Sandrini (breaking), Asya Tavano (judo), Veronica Toniolo (judo) e Sintayehu Vissa (atletica).
«Numeri alti che dimostrano la storicità sportiva della nostra regione – afferma Giorgio Brandolin, presidente del Comitato del Fvg del Coni (è il Comitato olimpico nazionale italiano) –; la particolarità per questa Olimpiade è che i partecipanti provengono da tutto il territorio regionale. Con numeri maggiori dall’area pordenonese».
Parlando di sole Olimpiadi, dai Giochi precedenti (ospitati a Tokyo nel 2021, a causa del Covid) in Fvg sono arrivate tre medaglie. L’oro del ciclista Jonathan Milan e due bronzi da Mara Navarria nella spada e Mirko Zanni nel sollevamento pesi. Brandolin, azzardiamo qualche pronostico?
«È chiaro che dal ciclismo su pista nazionale dove questa volta non abbiamo solo Milan, ma pure il pordenonese Manlio Moro, speriamo di avere grandissime soddisfazioni; la scherma poi è sempre stata una certezza di successi per il nostro Paese e dalla regione abbiamo tre portacolori. Insomma, atleti con qualche possibilità di medaglia ne abbiamo, ma per scaramanzia è giusto che non faccia pronostici…».
Però un augurio ai campioni di casa che stanno per volare in Francia lo facciamo?
«Certamente. A loro va il nostro “in bocca al lupo”, del Coni e dell’intera comunità friulana e giuliana. E sono convinto che rappresenteranno al meglio la gioventù della nostra regione. Tra l’altro mi piace ricordare che di questi 16 atleti, 11 sono donne e 5 maschi, a dimostrazione del grande lavoro fatto anche nello sport femminile in Fvg».
Scorrendo le loro date di nascita, non tutti sono “giovanissimi”. Quanto aiuta un movimento sportivo avere alle Olimpiadi atleti come la spadista Navarria che di anni ne ha 39, la ciclista Cecchini, 32 anni, il nuotatore 29enne Restivo?
«Aiuta molto. Sono esempi per tutti, per il movimento sportivo, e non solo. Navarria è anche madre e ha una sua attività. Restivo è medico, ad esempio. Alcuni di loro saranno all’appuntamento olimpico nonostante l’età, dimostrando che hanno ancora piacere di impegnarsi, di allenarsi ore su ore, di fare enormi sforzi sempre con entusiasmo. Hanno scelto un obiettivo e per quello hanno lavorato, loro così come i “colleghi” più giovani. Non voglio parlare di sacrificio, è una parola che nello sport non mi piace. Piuttosto direi che hanno scelto l’attività sportiva e si sono impegnati al massimo delle proprie possibilità. Ecco, questo dovrebbe insegnare lo sport: la passione, l’impegno, la dedizione e pure il saper perdere e risollevarsi dalle sconfitte. Io l’ho vissuto sulla mia pelle, giocando a calcio ho imparato valori che mi sono serviti poi anche nella vita…».
Dopo le Olimpiadi, il via alle Paralimpiadi. Anche in questo caso siamo ben rappresentati…
«Sappiamo già che avremo cinque atleti in gara: Giada Rossi e Matteo Parenzan nel tennistavolo, Andrea Tarlao nel ciclismo, Marco Frank per il canottaggio e Katia Aere nell’handbike. Una grande soddisfazione e speranze concrete per alcuni di loro… Ma non aggiungo altro».
Brandolin, lei sarà in Francia?
«Purtroppo una serie di impegni professionali (è ingegnere, ndr.) mi terrà distante da Parigi, però come tutta la comunità del Friuli-Venezia Giulia sarò davanti alla tv ad applaudire i nostri atleti che saranno alle Olimpiadi a confrontarsi con sportivi di tutto il mondo. Che risultino vincitori o meno credo che per loro sarà un’esperienza importantissima, per alcuni si tratta delle seconda o terza volta. A tutti loro, che rappresentano la miglior gioventù della nostra regione a Parigi 2024, rivolgo un grazie per l’impegno, la passione e la professionalità che li contraddistinguono, oltre ovviamente ad un indiscusso talento».
Per il dopo Parigi c’è qualcosa in serbo?
«A settembre, quando sarà concluso anche l’appuntamento con le Paralimpiadi, come Coni li festeggeremo tutti, consegnando a ciascuno un piccolo riconoscimento per dimostrare la gratitudine dell’intera comunità regionale».
Monika Pascolo