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Opinioni

Oltre la grata eppure così vicine

Domenica 14 luglio nell’Abbazia di Moggio Udinese l’arcivescovo mons. Riccardo Lamba ha presieduto una Santa Messa in cui una giovane novizia, suor Maria Benedetta, ha emesso la professione temporanea nel locale monastero di clausura “Santa Maria degli Angeli”. Friulana di Castions di Zoppola, suor Maria Benedetta ha 36 anni e ha professato i voti temporanei dopo circa quattro anni e mezzo di cammino: uno di aspirandato, uno di postulandato e due e mezzo di noviziato. L’attendono cinque anni di ulteriore percorso prima della professione perpetua. Nel monastero di Moggio attualmente vive una comunità di 9 monache clarisse: la più anziana ha 97 anni, mentre la più giovane è proprio suor Maria Benedetta. Il parroco di Moggio Udinese, mons. Lorenzo Caucig, ha affidato al bollettino locale “L’Alba” la riflessione che segue. Ringraziamo mons. Caucig per la disponibilità alla pubblicazione anche su “La Vita Cattolica”.

Chi ha potuto partecipare, domenica 14 luglio scorso, alla celebrazione svoltasi nel primo pomeriggio in abbazia a Moggio Udinese, certamente è rimasto affascinato dalla sequenza ordinata e dal significato dei vari momenti della liturgia presieduta dal nuovo arcivescovo Riccardo Lamba, in occasione della professione temporanea da parte di una novizia del monastero di Moggio. Accolti negli ampi spazi della chiesa abbaziale, gremita per la presenza di numerosi fedeli giunti da diverse parrocchie, l’attenzione di tutti era rivolta alla comunità delle sorelle Clarisse raccolte oltre la grata. In particolare alla novizia Sr. Maria Benedetta, visibile da tutti nella sua postazione davanti all’altare. Le note dell’organo e il canto della corale della parrocchia di Fiume Veneto hanno contribuito a creare un clima di intensa partecipazione, suscitando forti emozioni e qualche interrogativo mano a mano procedeva lo svolgimento del rito.

A distanza di quindici anni, finalmente abbiamo potuto condividere uno dei momenti più significativi della vita di una religiosa. Al termine del tempo di prova denominato “noviziato”, sr. Maria Benedetta con le sue mani nelle mani della badessa suor Maria ha promesso e fatto voto a Dio Onnipotente di vivere in castità, senza nulla di proprio, in obbedienza e in clausura per un periodo di tre anni (che divengono cinque con le nuove norme del Dicastero per la Vita consacrata), al termine del quale la conferma dei voti diviene “per sempre”. Il senso della consacrazione a servizio di Dio e della Chiesa è stato espresso attraverso tre segni: il velo che esprime l’appartenenza a Cristo; la Regola di Santa Chiara (segno per le sorelle che nei secoli confermano la fedeltà ed il carisma ricevuto dal Signore, attraverso la guida e l’esempio di San Francesco); il crocifisso che Santa Chiara definiva “specchio di se stessi”. Il rito si è concluso con un abbraccio alle sorelle della comunità, segno di nuova accoglienza nella famiglia.

Cerco di immaginare la risposta che sr. Maria Benedetta potrebbe dare alla domanda: perché la clausura oggi? Certo, è difficile comprendere una scelta così impegnativa, semplicemente perché è controcorrente. È una vocazione nella vocazione, un rapporto speciale con Dio; un Dio che si scopre e si fa trovare nel silenzio, nello stupore. Oggi non c’è silenzio, c’è chiasso. Ecco perché non si comprende come un giovane o una ragazza possano trovare vita dietro la grata”. Il 22 luglio 2016 Papa Francesco con la costituzione apostolica “Vultum Dei quaerere” sulla vita contemplativa femminile ha voluto accendere i riflettori sull’importanza di questa scelta totale alla vita consacrata. Le parole del Santo Padre sono parole esplicative: «Il mondo e la Chiesa hanno bisogno di voi, come “fari” che illuminano il cammino degli uomini e delle donne del nostro tempo».

Le nostre clarisse, normalmente, le vediamo oltre le grate che delimitano una parte del presbiterio in abbazia, eppure da lì sono partecipi con preghiere e canti alle celebrazioni comunitarie della parrocchia. Le vediamo dietro le grate, eppure le sentiamo vicine a noi, inserite a pieno titolo nell’assemblea che si ritrova regolarmente ogni settimana. Le sentiamo partecipi alla nostra fatica di essere Chiesa secondo il progetto del Signore Gesù, le sentiamo vicine con la loro preghiera nelle situazioni di sofferenza nelle singole famiglie, pronte ad accogliere i fanciulli ed i ragazzi desiderosi di ascoltare la loro parola. E allora, grazie per questa presenza. Grazie a sr. Maria Benedetta per il dono di condividere con noi la sua bella vocazione. Con gioia partecipiamo alla sua felicità e a quella dei suoi genitori. Il Signore la accompagni nel suo cammino.

Mons. Lorenzo Caucig
Parroco coordinatore della Collaborazione pastorale di Moggio Udinese

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