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Maria Luggau. Sei giorni a piedi, in preghiera, per implorare la pace

Ancora una volta in preghiera, a piedi – chi per 6 giorni, con partenza domani, giovedì 12 settembre, chi per 2 –, alla Madonna Addolorata di Santa Maria di Luggau, per chiedere il dono della pace. Ed il ritorno dei giovani ad appartenenze forti con fede, la Chiesa, le comunità parrocchiali. Ritorna, infatti, il tradizionale pellegrinaggio di Sappada, di Sauris, di Ampezzo e dell’Alta Val Tagliamento.

Il Santuario mariano è meta di itinerari religiosi ricorrenti nei secoli. Proprio fra le usanze di Sappada, la principale è il pellegrinaggio a piedi che tutti gli anni i sappadini compiono nel terzo fine settimana del mese di settembre. Si iniziò nel 1804 come voto per supplicare l’aiuto della Vergine contro la pestilenza che aveva colpito il bestiame. Insieme agli abitanti di Sappada. Negli ultimi anni si sono uniti gruppi provenienti da Sauris, Forni di Sopra e Ampezzo coinvolgendo così oltre 400 persone.

«Le suppliche per la pace, in particolare all’Addolorata saranno, quest’anno, ancora più intense di sempre – anticipa il parroco di Sappada, don Gianluca Molinaro –, perché nel mondo sono in corso ben 59 guerre. Nel pellegrinaggio vogliamo unirci alla preghiera di tutta la Chiesa: per una pace nella giustizia, dappertutto. E poi, tenendo conto che partecipano numerosi giovani, pregheremo insieme con loro e per loro, affinché riscoprano l’autenticità della vita e nella loro generosità ritrovino il significato della partecipazione alla vita comunitaria, a quella principalmente delle nostre parrocchie».

La processione parte all’alba di sabato 14 settembre (ore 3.30) da Cima Sappada, raggiunge le Sorgenti del Piave e il Rifugio Calvi. In testa la grande croce, mentre la recita del rosario e la proposizione di riflessioni e preghiere accompagnerà i tratti meno faticosi della salita. Dal Calvi, ai piedi del Peralba, si procede per il Rifugio austriaco e poi verso l’ampia valle del Gal. Con sosta a mezzogiorno, alla caratteristica chiesa di Frone, circondata da prati verdeggianti, dove don Molinaro celebrerà la Messa. Poi l’ultimo tratto di itinerario, fino al santuario, dove si giunge per le 13.30. Sarà il priore del santuario ad accogliere i pellegrini, venendo loro incontro e accompagnandoli nel luogo del culto mariano. Nel pomeriggio, la sistemazione nelle case dell’ospitalità, le confessioni e l’adorazione eucaristica. La S. Messa al Santuario si svolgerà domenica mattina alle ore 8. Presiederà don Molinaro che concelebrerà con i sacerdoti presenti. Subito dopo si riparte alla volta di Sappada. A Cima Sappada si riformerà la processione che attraverserà tutti i borghi della valle, con sosta di preghiera presso ogni cappella, dove i pellegrini saranno accolti dagli anziani del paese al suono delle campane dei minuscoli campanili. Quindi, verso le 19.30, l’accoglienza nell’arcipretale ed il canto solenne del Te Deum di ringraziamento.


Ma, come si diceva, non mancheranno i pellegrini dell’altra valle, quella del Tagliamento. Da Forni di Sopra, mons. Pietro Piller fa sapere che si partirà già giovedì mattina, alle 7, con preghiere iniziali nella chiesa di San Giacomo. Alle ore 15 l’accoglienza all’inizio del paese di Sauris di Sotto; alle 18 la messa ed il primo Te Deum di ringraziamento. Venerdì 13, alle ore 5, ripartenza da Sauris e arrivo a Sappada verso le 17, con celebrazione della Messa ed altro Te Deum. Sabato 14 la chiesa di S. Osvaldo, a Cima Sappada, accoglierà i pellegrini alle 2.30 di notte, mentre la partenza è fissata alle 3, con arrivo a Luggau verso le 13.30. Domenica il ritorno verso Sappada. Lunedì 16, di nuovo messa, in partenza, alle 7, quindi via verso per Sauris, dove si arriverà alle 19. Di nuovo il Te Deum. Martedì 17, partenza a Sauris alle 8, con una liturgia nella chiesa di San Lorenzo. Accoglienza a Forni di Sopra alle 6 e alle 18, Santa Messa solenne di ringraziamento, in San Giacomo. Ai pellegrini di Sappada, di Sauris, Forni di Sopra e Ampezzo si uniscono molti altri devoti alla Madonna Addolorata, da tutto il nord Italia.

Francesco Dal Mas

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