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Montagna

Da Roma a Comeglians. «Che bella la vita in montagna»

Clacson e sirene che suonano all’impazzata. Il traffico senza sosta di una grande città e poi quei tempi imprevedibili e interminabili per arrivare in ogni dove: dalla scuola dei figli al lavoro, dalla spesa al supermercato al medico. Ma questa vita caotica ormai appartiene al passato. È lontana oltre 700 chilometri. E il figlio può scorrazzare tranquillamente in paese con la sua bicicletta, insieme a tanti nuovi amici. Sorride Nicolae Nemet, 36 anni, mentre racconta la scelta che ha drasticamente cambiato la vita della sua famiglia, della moglie Cristina di 25 anni e dei loro due bambini, Leonardo di 5 anni e la piccola di casa, Sofia che ha un anno e mezzo. I Nemet, infatti, dopo aver lasciato Roma, da aprile si sono trasferiti a Comeglians. Ciò grazie al progetto “Vieni a vivere e lavorare in montagna”, iniziativa ideata e gestita dalla Cooperativa Cramars di Tolmezzo (ne parliamo sotto), che ha coinvolto fino ad oggi altre 16 persone che hanno concretizzato – come Nicolae – il desiderio di mettersi in gioco e stabilirsi nelle terre alte friulane.

«A Roma, seppur abitassimo in una bella zona, ormai era diventato impossibile vivere», spiega. Lui, nato in Moldavia (come la moglie), è figlio di genitori russi che dagli anni ’90 si sono trasferiti in Italia per lavoro. «Con loro ho viaggiato molto e visto tanti posti e dal 2002 ci siamo stabiliti proprio nella capitale». Una volta coronato con Cristina il progetto di una vita insieme – lui è un artigiano edile, lei una cuoca, ma per ora si dedica ai figli – i due hanno pian piano compreso che il futuro della loro famiglia non sarebbe stato in una grande e caotica città. «Abbiamo sempre amato la montagna e le nostre vacanze, per lo più, le abbiamo trascorse in luoghi montani, in mezzo alla natura, lontano dalla confusione»…

Il progetto dei Cramars

Già 20 persone, a un anno dall’avvio dell’iniziativa “Vieni a vivere e lavorare in montagna”, ideata dalla Cooperativa Cramars di Tolmezzo e sostenuta dalla Fondazione Friuli con il parternariato di Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani), si sono trasferite nelle terre alte friulane, concretizzando l’aspirazione di vivere in comuni rurali. Dall’insegnante di scuola primaria alla pensionata, dalla babysitter alla cameriera e all’operario; chi dal Veneto, chi da Trieste, chi da Roma.

E tra le richieste in attesa – ancora una ventina –, anche quelle di chi ora abita in Sardegna. Ad attrarre non sono proposte come case gratuite, bensì l’impegno dei comuni montani di predisporre una rete di relazioni e opportunità per integrare i nuovi arrivati nelle comunità. E in alcuni comuni stanno nascendo anche gli assessorati per “riabitare il territorio”

L’articolo completo, a firma di Monika Pascolo, è pubblicato sul settimanale La Vita Cattolica del 25 settembre 2024.

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