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Udine, nasce Casa Simeone e Anna, per vincere la solitudine

Sorridenti, sereni, accuditi. Sono i sette ospiti – cinque donne e due uomini – attualmente accolti alla “Casa Simeone e Anna” inaugurata ufficialmente venerdì 27 settembre a Udine, nella casa dei padri Vincenziani di via Marangoni, in occasione della festa di San Vincenzo de’ Paoli. A benedire la struttura, avviata in forma sperimentale da circa un anno, è stato l’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba, che ha anche presieduto la S. Messa. Presenti, oltre ai padri Vincenziani Claudio Santangelo e Lorenzo Durandetto e le suore Figlie della Carità, anche i parroci del Duomo, di Sant’Osvaldo e Tricesimo, mons. Luciano Nobile, mons. Ezio Giaiotti e mons. Dino Bressan.

«Il progetto nasce dal desiderio di andare incontro ai bisogni di anziani parzialmente autosufficienti attraverso la creazione di un ambiente familiare e sicuro al tempo stesso. È una casa, non una casa di riposo o una Rsa – chiarisce p. Claudio Santangelo – e può accogliere fino a dodici persone che a causa della loro vulnerabilità e fragilità non possono vivere da sole». Il desiderio del padri Vincenziani si è incrociato con l’idea di due parrocchiane, referenti della cooperativa Pervinca che gestisce in città due centri diurni per anziani, che cercavano un alloggio per offrire proprio questo tipo di servizio, altrove non presente sul territorio. Si è realizzato così un progetto di “abitare possibile” che ha trovato spazio al piano terra e primo piano della casa, mentre i Vincenziani occupano il secondo piano. «La gestione è interamente affidata alla cooperativa, noi offriamo agli ospiti della casa la nostra compagnia e condivisione, oltre all’assistenza spirituale (Messa, Rosario, Confessioni…) – spiega p. Santangelo –. Si è creato un bel clima familiare, di amicizia, siamo molto contenti e anche loro lo sono. Si sentono protetti e in questa casa hanno la possibilità di allontanare la solitudine».

Nell’omelia della Messa celebrata in occasione dell’inaugurazione, l’Arcivescovo ha ricordato i tempi della sua infanzia, quando la madre prestava servizio proprio dalle suore Vincenziane e ha richiamato il valore del carisma Vincenziano, sottolineando l’importanza di prendersi cura dei bisognosi e della formazione, sia sacerdotale che laica, per essere vicini alle tante forme di fragilità che affliggono la società. «Le povertà sono tante», ha detto, «e c’è bisogno di attenzione e prossimità verso i più poveri e fragili». Mons. Lamba ha inoltre espresso gratitudine a sacerdoti, suore e volontari che, nello spirito di San Vincenzo, operano con umiltà e dedizione aiutando a scoprire il volto di Cristo nei poveri: «Entrando qui stasera ho riconosciuto molti volti che ho già visto in diverse occasioni – ha detto –, segno del vostro costante impegno nelle opere di misericordia».

Al termine della celebrazione, l’Arcivescovo ha benedetto i locali di Casa Simeone e Anna, ricordando la figura dei due vegliardi che, nonostante l’età avanzata, attendevano con gioia l’incontro con Gesù. «L’augurio è che anche voi possiate vivere questo tempo con lo stesso ardente desiderio di incontrare il Signore, sapendo che prima o poi tutti lo incontreremo».

Bruno Temil e Valentina Zanella

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