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«Dilexit nos»: dal Papa un’enciclica sul Sacro Cuore, che al cuore fa bene

«Ci ha amati». E lui, Cristo, ci ama ancora. È con un’attestazione di amore si apre Dilexit nos, la quarta enciclica di Papa Francesco, pubblicata il 24 ottobre 2024. Dopo Lumen fidei (scritta nel 2013 a quattro mani con Benedetto XVI), Laudato si’ (2015) e Fratelli tutti (2020), ecco un autorevole testo in cui Papa Francesco rivive la sua esperienza spirituale e la offre alla Chiesa, andando al cuore della fede cristiana e riportando all’attenzione dei fedeli il cuore di Dio. Lo fa con una realtà, quella del Sacro Cuore di Gesù, cara alla spiritualità dei gesuiti.

Un doppio fondamento

Uno degli obiettivi del testo, esplicitato solo alla conclusione, è «scoprire che quanto è scritto nelle encicliche sociali Laudato si’ e Fratelli tutti non è estraneo al nostro incontro d’amore con Gesù Cristo perché, abbeverandoci a questo amore, diventiamo capaci di tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune» (§ 217). Si tratta quindi di un testo che si pone a fondamento di un impegno sociale e civile a favore dell’ecologia integrale e della fratellanza.

Sarebbe tuttavia riduttivo derubricare un’enciclica a semplice fondamento – per quanto importante – di altre encicliche: il Santo Padre con Dilexit nos vuole realmente favorire una riscoperta dell’amore di Dio, a partire dal suo cuore. «Quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore. Cosa intendiamo quando diciamo “cuore”?» (§ 2).

A Udine sorge la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù. Qui l’affresco absidale e la statua del Sacro Cuore

Dentro il testo

L’enciclica si sviluppa in 220 brevi paragrafi suddivisi in 5 capitoli, dedicati rispettivamente all’importanza del cuore, a “Gesti e parole d’amore” (sull’amore umano), al “Cuore che ha tanto amato” (sull’amore divino), “l’Amore che dà da bere” (con diverse figure di santità, tra cui Charles de Foucault o Santa Teresa di Gesù Bambino, San Claudio de La Colombière o San Francesco di Sales) e lo scambio di “Amore per amore” (sullo scopo comunionale del cuore di Cristo).

Numerosi i richiami alla spiritualità gesuitica, in cui il Sacro Cuore è centrale: cura della vita interiore, risonanze della devozione al Sacro Cuore nella Compagnia di Gesù, richiami all’opera di Sant’Ignazio di Loyola.

Nel testo, inoltre, non mancano riferimenti molto popolari e legati alla vita familiare, nel pieno stile di Papa Francesco, immagini domestiche che aiutano a cogliere il senso del testo stesso: «Penso all’uso della forchetta per sigillare i bordi di quei panzerotti fatti in casa con le nostre mamme o nonne – scrive il Papa al § 20 -. È quel momento di apprendistato culinario, a metà strada tra il gioco e l’età adulta, in cui si assume la responsabilità del lavoro per aiutare l’altro».

L’enciclica Dilexit nos è dunque un contributo importante per radicare l’agire quotidiano – in tutti i suoi gesti, piccoli e grandi – nell’amore di Cristo: guardare al Sacro Cuore di Gesù permette di tenere uniti l’esperienza spirituale personale e l’impegno comunitario e missionario, «per continuare a nutrirci e ad avvicinarci al Vangelo».

Giovanni Lesa

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