Tutto è nato da un sogno. Prima coltivato, poi condiviso. Ora realizzato. Ed è così che in piazza San Pietro a Roma – da sabato 7 dicembre a domenica 12 gennaio – sarà ospitato il suggestivo Presepe ambientato tra i caratteristici casoni della Laguna di Grado. In Vaticano, durante il periodo natalizio – che coinciderà con l’apertura della Porta Santa e l’inizio dell’Anno Giubilare – davanti a milioni di pellegrini in arrivo da tutto il mondo – e pure per coloro che si collegheranno alla webcam del Dicastero per la Comunicazione, attiva 24 ore su 24 – la nascita di Gesù sarà dunque rappresentata su un isolotto lagunare con un casone (la tipica abitazione dei pescatori di un tempo) ad accogliere la Sacra Famiglia.
Il sogno coltivato è quello del gradese Antonio Boemo, giornalista che da più di 30 anni cura la realizzazione dei presepi che ogni anno vengono esposti nella località, allestiti in ogni angolo dell’isola in occasione del Natale. Il suo desiderio – era il 2018 – è divenuto nel tempo pure quello di Andrea de Walderstein, architetto di Grado, coinvolto nell’ideazione del progetto del Presepe che sarà a San Pietro, anche davanti agli occhi di Papa Francesco.
Dopo circa un anno e mezzo di lavoro – un impegno portato avanti con grande determinazione e in assoluta riservatezza da una quarantina di volontari – l’opera ha preso forma e la gioia “trattenuta” per tanti mesi, all’annuncio ufficiale di qualche settimana fa da parte della Sala stampa vaticana, è diventata un sentimento collettivo di grande emozione e orgoglio. Perché un pezzo della bellezza naturale e storica dell’Isola d’oro non solo accoglierà la nascita del Bambin Gesù, ma sarà pure visibile al mondo intero.
Architetto, le immagini dell’allestimento sono ancora “top secret”, finché il vostro Presepe non farà la sua comparsa in Vaticano. Possiamo però raccontare qualche dettaglio?
«L’idea di Boemo è stata ricreare un’ambientazione risalente ai primi anni del ‘900 che rappresentasse tutti gli aspetti legati alla vita e alle attività dei pescatori della Laguna. È un progetto imponente di 30 metri per 14, con un’altezza massima del casone che arriva a 4 metri, dove ogni dettaglio è riprodotto nei minimi particolari, grazie al coinvolgimento di diverse professionalità. Tutte le riproduzioni sono state realizzate a mano, comprese le due “batele” e il pontile in legno, il casone e il deposito attrezzi, nonché l’intero argine lagunare».
Quali materiali avete usato? «Per la gran parte polistirolo, una scelta dettata non solo da esigenze costruttive, ma anche dalla necessità di trasportare l’opera a Roma, con l’utilizzo di tre camion. Per questo motivo il Presepe è stato realizzato a pezzi, come una sorta di lego a incastro. Solo l’argine, ad esempio, è costituito da 102 pezzi che presentano un incavo per collocare i collegamenti elettrici e pure dei pesi che consentono di stabilizzare il singolo blocco, essendo questi immersi in una ventina di centimetri di acqua. Al polistirolo abbiamo aggiunto erba sintetica sempre lavorata a mano e costituita da materiale riciclato. Sfruttando semplici scarti delle lavorazioni abbiamo ricreato aspetti tipici della Laguna, abbiamo persino recuperato gli aghi di pino portati dal vento durante la lavorazione per realizzare ciuffi di erba secca, mentre le alghe sono nate dai trucioli di scarto del legno. E poi gusci di ostriche e cozze ripropongono le incrostazioni marine e alberi spiaggiati sono diventati il materiale per comporre l’arredo interno del casone».
L’intervista completa, a firma di Monika Pascolo, è pubblicata sul settimanale “la Vita Cattolica” del 6 novembre.