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Montagna, approvata in Senato la legge. Incentivi contro lo spopolamento

Con 77 voti favorevoli, 5 contrari e 45 astenuti, è stato approvato in Senato il Disegno di legge sulle zone montane, che passa ora alla Camera per l’approvazione finale.

Il Ddl Montagna fissa i criteri per la classificazione dei comuni montani, anche in base ai parametri altimetrico e della pendenza e delega il governo a riordinare, integrare e coordinare la normativa vigente in materia di agevolazioni anche di natura fiscale in favore dei comuni montani. Prevede, inoltre, l’istituzione di un “Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane” a decorrere dal 2025. Mette in conto vantaggi vari per i comuni montani e per chi deciderà di prestarvi attività sanitarie, tra cui un credito d’imposta “in misura pari al minor importo tra il 60% del canone annuo di locazione dell’immobile e l’ammontare di 2.500 euro”.

Il Ddl introduce la definizione di “Scuole di montagna”, con relativa organizzazione e vantaggi per i docenti. Non manca il potenziamento dei servizi di comunicazione, tra cui una maggiore copertura di internet. Si danno linee guida per la valorizzazione di pascoli e boschi e la tutela degli ecosistemi montani. Una parte del Fondo potrà essere usata per monitorare e prevenire le conseguenze del cambiamento climatico.

Ancora: si fissano i criteri di una disciplina per i “cantieri temporanei forestali” e si prevede il censimento di alberi e boschi “monumentali”. Si fissano “incentivi agli investimenti e alle attività diversificate” di “agricoltori e silvicoltori di montagna”; si dà la definizione di “rifugio di montagna”. Inoltre, si riconoscono “le professioni della montagna” quali presìdi per conservare e valorizzare il patrimonio materiale e immateriale delle zone montane e si prevedono contributi e vantaggi fiscali per imprese o cooperative i cui titolari non abbiano compiuto i 41 anni. Analoghe agevolazioni anche per chi svolge, sempre nelle zone montane, lavoro agile e per chi contribuisce al loro ripopolamento.

A questo proposito si parla di un “contributo” per ogni figlio nato o adottato in un comune montano, per una cifra che dovrà essere indicata dal Ministero della Famiglia, ma che dovrà rientrare in un fondo di 5 milioni annui. Vantaggi anche per chi acquista o ristruttura immobili “da destinare ad abitazione principale”. Si istituiscono il “Registro nazionale dei terreni silenti” e la clausola di salvaguardia per le Regioni a statuto speciale e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Roberto Calderoli, Ministro degli Affari regionali, che ha in carico le Terre Alte, sostiene che quello approvato «è un primo risultato concreto e importante nell’interesse di questi territori, dei cittadini che vi risiedono e di tutti coloro che intendono investire sulle potenzialità della montagna». Ricordando le opportunità date dai primi fondi per 200 milioni, il ministro ribadisce che «il nostro obiettivo è avvicinare le politiche della montagna ai bisogni effettivi di chi queste zone non solo le abita, ma le mantiene vive». Ovvero? «Intendiamo contrastare lo spopolamento e la desertificazione delle attività commerciali e produttive – spiega Calderoli –, sostenere l’ambiente e favorire la digitalizzazione. Per questo all’interno del disegno di legge prevediamo misure volte a ridurre i divari economici e sociali e a garantire l’accesso ai servizi pubblici, a partire da istruzione e sanità, senza dimenticare l’accesso a poste e banche. Uno sguardo dedicato in particolare a giovani e famiglie, per stimolare la natalità e la residenzialità. Sarà fondamentale anche una precisa definizione di cosa è “montagna” in Italia, attraverso parametri ben definiti che assicurino alle zone realmente montane tutto il sostegno necessario».

Francesco Dal Mas

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